L’Italia cambia ancora colore, come ogni venerdì. Saranno decisivi i dati del monitoraggio per capire quali regioni scaleranno in giallo, quali in arancione o in rosso. Il governo Draghi – fa sapere il Corriere della Sera – proverà a convincere i governatori delle regioni in giallo, ma ad alto rischio, di passare in arancione nonostante l’indice Rt appena sotto l’1, per evitare che tra una settimana possano trovarsi direttamente in rosso.
La trattativa è aperta, ma le regioni tengono duro. A nessuno fa piacere l’idea di dover chiudere ancora bar, ristoranti e negozi. Così Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, precisa: “Secondo le nostre previsioni, il Friuli Venezia Giulia continuerà a restare in zona gialla. Analizzando i dati in nostro possesso con gli esperti che fanno parte della task force sul monitoraggio della pandemia in Friuli Venezia Giulia, l’ipotesi che la nostra regione resti zona gialla al momento è confermata”, spiega.
Anche Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, sostiene che il Lazio possa rimanere ancora in giallo: “Dai dati in nostro possesso del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) il Lazio dovrebbe rimanere in zona gialla con un valore Rt a 0.95, una riduzione del numero dei nuovi focolai, una riduzione del tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e di quelli in area medica entrambi al di sotto delle soglie di allerta. Inoltre vi è una riduzione dell’incidenza per 100mila abitanti”. Nel Lazio ieri sono stati registrati 1025 casi e 41 morti.
Rischia il passaggio alle zone con restrizioni più stringenti anche la Lombardia: “A me sembra che la Lombardia possa rimanere in zona gialla – spiega però il presidente Attilio Fontana – La risposta definitiva potrà essere data solo venerdì. Più andiamo avanti e più sarà difficile e complicato, bisognerà vedere l’andamento del virus. Temo che molti operatori non avranno più intenzione di rischiare”.