Italia divisa in zona rossa e zona arancione, con regole più o meno soft, ma anche l’ipotesi riapertura della scuola dopo Pasqua sul tavolo. Si riuniranno oggi alle 14, come ogni venerdì, gli esperti del Cts per confrontarsi sulla situazione Covid nel Paese e sul monitoraggio settimanale dei dati. Riunione attesa dalle regioni che solo dopo l’incontro riceveranno il ‘verdetto’ sull’eventuale passaggio di fascia più o meno restrittivo. Con 23.696 contagi e 460 morti registrati ancora ieri dal bollettino nazionale quotidiano, ecco come potrebbe cambiare la ‘mappa dei colori’ in Italia.
5.046 i nuovi positivi registrati ieri in Lombardia, 100 i morti, con il rapporto positivi/tamponi che si attesta all’8,4% e che determinerebbe la permanenza della regione in zona rossa ancora per almeno una settimana. Meglio il Lazio, che invece spera in un ritorno in arancione con “il valore Rt è a 0.99” e “una riduzione del numero dei focolai” di coronavirus nella Regione, come ha spiegato ieri l’assessore alla Sanità D’Amato. 2.055 i contagi e 33 morti i morti registrati dal ieri, ma c’è ottimismo grazie al calo di incidenza. E con l’eventuale passaggio in arancione, ha quindi annunciato il governatore Zingaretti, la scuola in presenza sarà confermata da lunedì 29 marzo, cioè per “asili, elementari e medie. Dopo Pasqua potranno riaprire le superiori, garantendo agli studenti di fare il tampone rapido gratuito e senza certificato medico in tutti i drive in della regione”, le parole su Facebook.
Da lunedì la Valle d’Aosta sarà invece sicuramente in zona rossa e già dal prossimo weekend, sulla base di un’ordinanza del presidente della Regione, sarà in vigore il divieto di spostarsi tra Comuni, ad esclusione degli spostamenti finalizzati a raggiungere i servizi che possono proseguire la loro attività , come i servizi di cura alla persona. Nessun provvedimento restrittivo invece rispetto alla scuola: gli istituti che articolano la loro attività anche sul sabato potranno farlo in presenza. A darne notizia una nota della Regione.
L’Rt puntuale in Piemonte nella settimana tra il 15 e il 22 marzo scende da 1.33 a 1.17, con una forbice compresa tra 1.15-1.19, tuttavia, sebbene significativamente sotto 1.25 e quindi da zona arancione, l’incidenza dei contagi superiore a 250 blocca la regione in zona rossa. E’ quanto emerge dai dati del pre-report. Rispetto alla settimana precedente si registra un incremento dei casi segnalati, ma di entità inferiore a quella delle tre settimane precedenti. La percentuale di positività dei tamponi cresce dal 13.1% al 14.2%. Il numero dei focolai attivi e nuovi aumenta. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva cresce da 48% a 55% e l’occupazione dei posti letto di area medica da 54% a 61%.
“Siamo a 248 nuovi casi di coronavirus su 100mila abitanti, e abbiamo un Rt di 1,09-1,10, quindi siamo in zona arancione”, ha spiegato ieri Eugenio Giani, governatore della Toscana, che ha ‘scommesso’ sulla permanenza della regione in zona arancione, con regole e misure meno restrittive rispetto ai divieti che scatterebbero con l’ingresso in zona rossa. 1.518 i contagi e 22 i morti registrati ieri nella Regione.
“La Regione Liguria sarebbe tecnicamente l’unica regione gialla del nord Italia con Rt pari a 1 esatto quindi saremmo in uno scenario di rischio basso. Ovviamente non lo siamo perché il decreto Draghi congela la fascia gialla fino al termine delle vacanze pasquali”, sottolinea invece il presidente della Regione Giovanni Toti.
Anche il Veneto sembra avviarsi verso la zona arancione. La regione potrebbe infatti lasciare la zona rossa e passare nella fascia con regole più soft: secondo il bollettino di ieri, infatti, l’incidenza dei nuovi casi si attesta attorno al 4% in virtù dei 1.861 contagi su su 45.633 tamponi. “Potremmo essere vicini al passaggio in zona arancione. Le nostre proiezioni ci dicono che siamo con un Rt ai limiti della zona arancione, e cioè qualche decimo sotto l’1,25, attorno all’1,21-1,22. L’incidenza resta ancora intorno ai 250 casi su 100mila abitanti, e la legge nazionale prevede che questi parametri debbono rientrare sotto soglia. Stiamo quindi aspettando con ansia la classificazione che ci viene data domani”, ha spiegato il governatore Luca Zaia alla vigilia del monitoraggio Iss. Oggi, quindi, il verdetto.