Dopo Pasqua in (quasi) lockdown per tutta Italia, riecco le regioni in zona rossa e in zona arancione, con regole più o meno rigide -su scuola, spostamenti, bar, ristoranti e categorie di negozi- per contrastare la diffusione del coronavirus. Da oggi, 6 aprile, l’Italia torna a due colori come stabilito dall’ultimo decreto covid varato dal governo di Mario Draghi e valido fino al 30 aprile. La novità, in vigore da oggi, è rappresentata dal passaggio di Veneto, Marche e provincia autonoma di Trento in zona arancione, come stabilito dall’ordinanza del ministro Roberto Speranza.
Zona rossa per Lombardia, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta.
Zona arancione per Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche Molise, Sicilia, Sardegna, Umbria, Veneto e Province autonome di Bolzano e di Trento.
Da domani, sulla base del nuovo decreto, scuola aperta fino alla prima media anche in zona rossa. Il decreto prevede che dal 7 al 30 aprile 2021 sia assicurato inderogabilmente, sull’intero territorio nazionale, lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, nonché dell’attività didattica del primo ciclo di istruzione e del primo anno della scuola secondaria di primo grado. Per i successivi gradi di istruzione è confermato lo svolgimento delle attività in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca in zona arancione mentre in zona rossa le relative attività si svolgono a distanza, garantendo comunque la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Il quadro può cambiare a livello locale per provvedimenti più restrittivi ad hoc.
Nelle zone gialle si applicano le misure della zona arancione; è prevista l’estensione delle misure per la zona rossa in caso di particolare incidenza di contagi (superiori a 250 casi ogni 100mila abitanti e nelle aree con circolazione delle varianti) sia con ordinanza del ministro della Salute che con provvedimento dei presidenti delle Regioni.
Nella zona arancione è consentito uno spostamento giornaliero verso una sola abitazione privata abitata in ambito comunale, in non più di due persone. Visite a parenti e amici fino al 30 aprile banditi in zona rossa dopo l’eccezione a Pasqua.
Confermato il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5. Il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità.
Sono sospese le attività di servizi di ristorazione all’interno dei locali (tra cui pub, bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie). Fino alle 22 è consentita la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Nessuna restrizione per la ristorazione con consegna a domicilio. Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici ATECO 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina) l’asporto è consentito fino alle ore 18.
Esercizi commerciali tutti aperti in zona arancione con i consueti orari, compresi i servizi alla persona (parrucchieri, estetisti ecc.). Restano invece chiusi in zona rossa. Nei giorni festivi e prefestivi, nei centri commerciali restano aperti farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, lavanderie e tintorie, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.
Restano chiusi fino al 30 aprile palestre e piscine. In zona arancione è consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri per l’attività sportiva, salvo che sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o per le persone non completamente autosufficienti. E’ consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio comune o, in assenza di tali strutture, in comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto attività sportiva di base. E’ interdetto l’uso di spogliatoi interni nei circoli. In zona rossa sono sospese l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sia all’aperto che al chiuso. Vietato lo svolgimento degli sport di contatto.