Zingaretti ed il Pd continuano a cercare il bandolo della matassa, nel novero di una continua battaglia di nervi politica nella quale le posizioni sono tra loro spesso divergenti, in contrapposizione netta e con grande veemenza dialettica.
Il Pd dovrebbe essere più unito, secondo Zingaretti. Molte frange del Pd invece lo accusano di flirtare coi nemici.
Dopo il no ad alleanze con la Lega e M5S, Zingaretti propone nel Pd un partito unito e federale in risposta al manifesto dei sindaci Dem per il congresso.
Condivido lo spirito e gli obiettivi indicati nel vostro Manifesto, di cui voglio raccogliere la sfida. La rigenerazione del Partito Democratico non può che partire dallavvio di un concreto processo di ascolto e di un nuovo protagonismo dei sindaci e degli amministratori locali. Anni di tagli ai trasferimenti statali hanno fatto sentire soli i sindaci di fronte a immensi problemi, con scarsissime risorse e strumenti per risolverli. È anche qui che si è generata la rabbia e la frustrazione delle persone che ha portato alla vittoria dei populisti e dei sovranisti. Da amministratore, come voi, conosco e condivido le preoccupazioni che esprimete. Ho iniziato a ottobre il percorso di Piazza Grande, con unassemblea in cui hanno preso parola i sindaci e amministratori di piccoli e grandi Comuni di tutta lItalia, che con coraggio e ostinazione si prendono cura delle nostre comunità. Lo scrive in una nota Nicola Zingaretti rispondendo al Manifesto dei Sindaci dem per il congresso del Pd.
Unapertura del Pd alla rete dei sindaci è urgente. Soprattutto di fronte ai pericoli e allincertezza in cui il governo gialloverde sta gettando il Paese. Il rischio è infatti che a pagare il prezzo più alto delle promesse illusorie del governo gialloverde siano proprio gli enti e le comunità locali. Basti pensare a quanto sta accadendo con la gestione dei flussi migratori e con la scelta drammatica di destrutturare il sistema degli Sprar, scaricando sui Comuni costi e problemi. Entrando nel merito delle vostre proposte sottolinea Zingaretti – colgo una sintonia su molti punti. Nel nostro documento congressuale abbiamo affrontato molti temi che anche io considero prioritari per lagenda riformista e progressista del nuovo Pd che metta al centro le persone. Dobbiamo diventare il perno di una forte opposizione e di unalternativa credibile ai populisti, che ora sono rappresentati al Governo Conte con la Lega e il M5S, con cui non vogliamo allearci e che vogliamo sconfiggere. Perché ciò accada, serve un fronte riformista unitario e un nuovo Pd forte e coeso afferma lesponente dem – e un nuovo gruppo dirigente che provenga anche dalle amministrazioni locali. Vogliamo un partito in cui le identità locali siano più rappresentate: per questo, interverremo sullo statuto del Partito al fine di garantire una quota certa di sostegno economico alle nostre articolazioni locali.