Nicola Zingaretti, tramite i consueti canali social decide di parlare del tema del giorno, quello dell’addio di Matteo Renzi dal Partito Democratico.
Poche parole, sintetiche, che peraltro puntano già lo sguardo al di là, con disegni prospettivi e futuribili. Ecco le sue parole.
“Ci dispiace. Un errore. Ma ora pensiamo al futuro degli italiani, lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti. Una nuova agenda e il bisogno di ricostruire una speranza con il buon governo e un nuovo Pd“.
Così si esprime Nicola Zingaretti in merito alla decisione di Matteo Renzi di lasciare il partito democratico, ormai ufficializzata da parte del diretto interessato. Un saluto che si interseca, quello di Zingaretti, ad alcune delle voci più contrarie a questa decisione.
Peraltro, in giornate in cui il neo governo giallorosso sta muovendo i primi passi e nelle quali ogni scossone, vero o presunto, così come ogni scissione, può rischiare di provocare pericoli terremoti.
Quello che, in pratica, però, Matteo Renzi ha già provato ad allontanare dal ventaglio delle ipotesi: confermando, di fatto, il proprio sostegno al neo nato governo Conte Bis.
aggiornamento ore 5,53
“Quello che mi spinge a lasciare è la mancanza di una visione sul futuro“, ha detto in queste ore l’ex premier Matteo Renzi nel confermare il suo addio dai dem.
Renzi ha parlato dell’attuale Pd come “un insieme di correnti“, specificando poi gli effetti della sua decisione.
“I parlamentari che mi seguiranno saranno una trentina, più o meno. Non dico che c’e’ un numero chiuso, ma quasi”, afferma. E poi si sofferma sulla formazione dei gruppi.
“I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti: Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi Pd perche’ saranno ‘derenzizzati'”, ha specificato l’ex segretario dem.
E poi, una ulteriore delucidazione. “Per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte. Dunque l’operazione è un bene per tutti, come osservato da Goffredo Bettini. Ma questa e’ solo la punta dell’iceberg. Il ragionamento è piu’ ampio e sara’ nel Paese, non solo nei palazzi”.
Aggiornamento ore 9,30
“Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini”, ha assicurato Renzi garantendo che con la sua scelta il fronte contro il leader leghista alla fina riuscirà a fortificarsi e allargarsi.
“Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare“, ha commentato ancora Renzi “ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità come bene supremo non funzionino piu'”.
A questo, si aggiunge il tema del suo rapporto con Zingaretti. “Non ho un problema personale con Zingaretti, ne’ lui ha un problema con me”, ha spiegato Renzi, “abbiamo sempre discusso e abbiamo sempre mantenuto toni di civiltà personali. Qui c’è un fatto politico. Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 Stelle”.
Altro passaggio è quello su Di Maio e sui prossimi passaggi elettorali.
“Di Maio non convince“, ha detto, “non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è un’altra cosa rispetto all’algoritmo di Casaleggio. Ma non voglio disturbare il Pd. La nostra Casa non si candiderà né alle regionali ne’ alle comunali almeno per un anno. Chi vorra’ impegnarsi lo farà con liste civiche o da indipendente. La prima elezione cui ci presenteremo saranno le politiche, sperando che siano nel 2023. E poi le Europee del 2024. Abbiamo tempo e fiato”.
Renzi non ha voluto parlare del nome della sua nuova formazione: “Non sarà un partito tradizionale, sara’ una casa. E sara’ femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sara’ la capo delegazione nel governo”.
Aggiornamento ore 13.31