“Non sono io ad alimentare i distinguo o a minacciare crisi, ma devo essere chiaro sulla posizione del Pd, e agli alleati dico: bisogna smetterla di scaricare sulla maggioranza i problemi interni. Il governo ora deve alzare l’asticella, convincere gli italiani che siamo in grado di dare una risposta strategica ai loro problemi”.
Chiuso all’interno della ‘sua casa politica’, intervenendo alla direzione del Pd, Nicola Zingaretti analizza quanto accaduto nelle ultime settimane, non mancando di far sentire agli alleati anche il suo disappunto. Quanto alla manovra poi, aggiunge, “se di fronte all’impegno del Pd le altre forze della maggioranza avessero avuto analogo stile e impegno, una buona dose di polemiche ce le saremmo risparmiate e ci sarebbe stato tempo per tutti i passaggi parlamentari”. Il leader del Pd tiene inoltre a ribadire la propria contrarietà “a ricatti, ultimatum o scambi ma trasparenza di chi assume le proprie responsabilità indicando una strada maestra per un governo che deve essere tale. Non sono un esperto – continua – ma una cordata scala una parete se procede insieme e per le forze politiche vale la stessa cosa, il premier deve guidare questa cordata. Noi saremo i più leali ma la stessa lealtà la chiediamo ai nostri alleati”.
“Dobbiamo essere uniti per dare certezze al Paese”
Quanto poi ai giorni che arriveranno, con chiari riferimenti al 2020, Zingaretti tiene a precisare un ‘concetto’: “Lasciamo perdere la riedizione di contratti, sanno di film in bianco e nero, servono pochi traguardi, pochi provvedimenti che giudichiamo fondamentali per imprimere alla legislatura un scatto necessario”. Dunque poche parole a tanti fatti, sottolinea ancora il capo dem, che esorta tutti a “credere nell’impianto politico di questa maggioranza, non un contratto ma un accordo politico-programmatico tra forze diverse ma alleate che devono dare certezze all’Italia” perché, aggiunge “occorre un’alternativa a questa legge elettorale che giudico pessima perché non da alcuna garanzia e può portare a gravi squilibri. Bisogna fare una riforma elettorale non per danneggiare gli avversari e in tempi brevi, prima del giudizio della Consulta sul referendum Calderoli”. Infine, ha concluso, “Dobbiamo cercare un punto intesa ampio in Parlamento”, ha sollecitato Zingaretti chiedendo tra l’altro “il diritto di voto ai fuori sede”.
Ed il Pd? Poche parole ma chiare: “Urge iniziare l’anno politico con un appuntamento di confronto e una discussione con i gruppi dirigenti, la delegazione di governo, i gruppi parlamentari, gli amministratori per costruire la nostra proposta del 2020”. Come dire, a buon intenditore…
Max