Che dalle parti di Palazzo Chigi tiri ‘una brutta aria’, è ormai abbastanza evidente. D’altra parte, con il ritorno alla politica – come era prevedibile, sono riemerse le ‘antiche ruggini’ che un’improbabile ‘coalizione’ di governo, quale quella attuale, non poteva certo gestire a lungo. Ovviamente siamo ancora in un momento delicato, dove chi è chiamato a decidere oggi, poi in futuro sarà inevitabilmente invitato a doverne renderne conto, e questo sta di fatto ‘paralizzando’ l’esecutivo, indaffarato a trovare i proiettili per alimentare l’annunciata ‘pioggia di fuoco’ che, al momento – salvo un intervento Ue – è di fatto delegata alla ‘disponibilità’ delle banche. Una situazione dunque sì delicata ma, soprattutto, come dicevamo, anche politicamente ’pericolosa’.
Ora, considerato che di fatto – per scelta degli italiani – al governo ci sono soltanto i grillini (ed oggi le urne direbbero altro), in virtù delle elezioni di due anni fa, il resto è la sparuta ‘minoranza’ composta dal Pd e da Iv, forze politiche geneticamente agli opposti tenute unite dalla figura di Conte, con l’avallo del Presidente della Repubblica. Ma il palazzo scricchiola e la maggioranza fatica ogni giorno di più a gestire questo altalenante equilibrio.
E Nicola Zingaretti, ‘vecchia volpe’ della politica ha già fiutato l’aria da tempo anzi, fosse stato per lui, nemmeno avrebbe iniziato questa avventura, come ebbe modo di ribadire più volte la scorsa estate. Dunque, oggi è tornato ad ‘avvertire’: ”Se questo governo non ce la fa – ha affermato – è difficile che dentro questo Parlamento si possa riproporre una maggioranza diversa. E stavolta, ha tenuto a precisare, “Il Pd non si presterà mai al ritorno della politica del chiacchiericcio, degli sgambetti e dei giochi di palazzo”.
Un chiaro messaggio probabilmente rivolto proprio ai grillini, i quali stanno bloccando da giorni i lavori sul dl maggio, intervenendo sul Redito di emergenza, il sostegno alle imprese e, addirittura entrando a piedi uniti sulla proposta dell’Iv che attraverso la Bellanova, chiede la regolarizzazione ‘temporanea’ di 600mila ‘invisibili’. Un tema rispetto al quale il Pd non può certo sorvolare, tanto è che Zingaretti ha espresso parere favorevole alla proposta: “Sulla regolarizzazione dei migranti – ha infatti affermato davanti ai microfoni di Sky Tg24 – penso e spero si trovi una soluzione. L’impianto della ministra Bellanova è corretto. E’ una esigenza nazionale, produttiva, di umanità, di sicurezza. C’è un eccesso di rigidità più dovuto a visibilità politica che alla concretezza delle misure prese”. Oltretutto, ha poi aggiunto il segretario del Pd, “Chi non ce la fa, gli esclusi, quelli che fanno lavoretti, chi non ritroverà il posto di lavoro, questi hanno bisogno di essere accompagnati. Non possiamo lasciarli soli. Se aumentano le diseguaglianze sociali è a rischio la democrazia“.
Max