“Questo è il momento in cui si decide se la forza bruta dominerà il mondo”, così ha esordito stamane il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky , in video-collegamento con Davos, dove c’è stata l’apertura dei lavori del WEF (Forum economico mondiale), inevitabilmente improntato sulle ‘conseguenze economiche’ dettate dalla guerra in Ucraina.
Un collegamento nel corso del quale, brillantemente affinata l’arte oratoria, il capo del governo di Kiev è tornato a dare la sua infallibile ‘ricetta’: “sanzioni “massime contro la Russia”, attraverso un “embargo completo sulle fonti energetiche russe”. Ma non solo, piuttosto che annunciare l’intenzioni di sedersi ad un tavolo di pace, Zelensky ha poi ‘fomentato’ tutti gli imprenditori occientali, affinché “ritirino completamente le loro aziende dalla Russia” per poi invitarle a contribuire alla ricostruzione del suo paese, letteralmente devastato da conflitto.
Quindi, dopo aver ribadito che “I beni russi congelati dovrebbero essere utilizzati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina“, finalmente poi Zelensky ha affrontato un problema importante ed urgente, chiedendo lo sblocco dei porti ucraini che sfociano nel Mar Nero, così da poter riprendere al più presto le esportazioni delle merci agricole ucraine, all’occorrenza creando una sorta di “corridoio diplomatico”.
Infine, doveroso, è poi giunto il ringraziamento del capo del governo di Kiev a tutti, per gli aiuti militari (mezzi, armi, attrezzature e sistemi elettronici di ultima generazione), inviati al suo paese e, al tempo stesso, plaudendo personalmente tutte quelle “centinaia di milioni di persone nei paesi democratici”, che continuano quotidianamente a fare pressione sui loro governi contro l’invasione russa in Ucraina.
Max