La situazione fra Russia ed Ucraina vede contrapposti due distinte ragioni ma, per certi versi, ugualmente ’imponderabili’ rispetto all’evidenza dei fatti.
Da una parte infatti c’è Putin con i suoi metodi brutali e repressivi che punta prepotentemente il compasso su Kiev per rilanciare un’immagine di super potenza, pronta a tutto pur di far valere le sue ragioni mentre, dall’altra, ecco Zelensky il quale, pur avendo ragione da vendere eccede però nella sua campagna di persuasione nei confronti dell’Occidente, continuando a spronare i suoi alle armi, ben sapendo che Mosca – Dio mai volesse – è in grado di polverizzare l’intero paese con un solo missile.
Eppure il presidente ucraino, lavorando sugli enormi ‘sensi di colpa’ che pesano sull’Europa come un macigno (la questione è infatti ‘figlia’ dei fatti del 2014) e, soprattutto dell’Onu – ormai inutile – che, a suo tempo, avrebbe dovuto schierare i caschi blu ai confini con il Dombass, qualcosa è già uscito ad ottenere: armi (anche dall’Italia, che ha tecnicamente ‘tradito’ i dettami della sua Costituzione), aiuti e la quasi certezza di riuscire ad entrare nella Ue.
Ma non basta, Zelensky alza ogni giorno di più la posta, accusando tra le righe l’Occidente di avere enormi responsabilità rispetto a ciò che ne sarà dell’Ucraina.
Dunque, ha rilanciato oggi il presidente ucraino, che rispetto ai temi che compaiono all’interno della bozza di accordo di pace con la Russia, occorrerà addirittura un referendum interno al suo paese. Nello specifico Zelensky vuol ragionare sulle garanzie di sicurezza, sullo status delle due Repubbliche separatiste (Luhansk e Donetsk) e, addirittura, anche della Crimea.
Intervistato da alcune emittenti britanniche e ceche, Zelensky avrebbe anche affermato –sbagliando, perché non vi sono assolutamente i presupposti – che la Nato non vuole far entrare l’Ucraina perché ha paura della Russia, “allora bisogna darci altre garanzie di sicurezza. Ci sono membri della Nato che vogliono essere garanti della sicurezza, questo non ci dà il 100% di un Paese membro della Nato… ma penso sia un compromesso normale”.
Quindi, a queste questioni di sicurezza, dovrebbero di fatto seguire anche delle modifiche sia della costituzione che di diverse leggi ucraine, in quanto l’idea di essere annoverata nella Nato è una colonna portante della Costituzione ucraina. “L’ho spiegato ai gruppi di negoziatori – ha rivelato il presidente – quando si parla di questi emendamenti, che possono essere storici, dovremo indire un referendum. La gente dovrà dire la sua su certi formati di compromesso. E questo sarà, ed è, parte della conversazione e le intese con la Russia”.
Ad ogni modo, ha rimarcato ancora, rispetto all’ultimatum lanciato da Mosca, “Nella guerra l’Ucraina non potrà mai accettare un ultimatum della Russia. Dovremo essere tutti morti, solo così potremo rispettare l’ultimatum per Kharkiv, Mariupol o Kiev”.
Infine, tanto per rimarcare il suo temperamento, attraverso un videomessaggio postato sul suo canale Telegram, nel pomeriggio Zelensky ha nuovamente lanciato “un appello a tutti gli ucraini, ovunque siate. Fate di tutto per proteggere il nostro Stato, per salvare la nostra gente. Combattete e aiutate. Inseguite questi schiavi, inseguite gli occupanti. Siamo tutti con l’Ucraina libera e pacifica che amiamo così tanto”.
Max