Stasera a ‘Porta a Porta’, andrà in onda la versione integrale dell’intervista che il presidente ucraino Zelensky ha concesso a Bruno Vespa.
Un’intervista che ovviamente esalta il ruolo dell’Italia come paese amico di Kiev, infatti, tiene subito a precisare il presidente ucraino: “Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non dobbiamo essere soli in questo”.
Quindi il leader spiega che “Le forze armate russe sono quattro volte più grandi delle nostre, il loro Stato otto volte il nostro, ma noi siamo dieci volte più forti come persone. Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi”. Dunque, afferma ancora Zelensky, “Bisogna portare via le forze armare russe dal nostro territorio, noi non abbiamo militari sul territorio russo. Devono liberare i nostri villaggi, le nostre case, restituire cosa è stato saccheggiato. Che loro se ne vadano e che rispondano per quello che hanno fatto. Come popolo non possiamo accettare compromessi per quello che riguarda la nostra indipendenza. Come minimo devono uscire dal territorio che hanno occupato dal 24 febbraio. E’ il primo passo per poter parlare di qualsiasi cosa, ma non sentiamo risposte a questa domanda”.
Come tiene infatti a rimarcare ancora una volta il presidente ucraino, ”Oggi il dialogo non è possibile senza una posizione non voglio dire rigida ma potente per quanto riguarda azioni della Federazione Russa. Bisogna ripristinare l’integrità territoriale ucraina, ma io sono convinto che i valori ci uniscono ma che senza delle forze armate potenti la base per le trattative con la Russia non sarà potente. Non vedo differenza tra la posizione europea e quella americana“.
Riguardo all’estenuante assedio da parte delle truppe russe alle acciaierie del sito industriale di Mariupol, dove all’interno sono asserragliati da settimane, in pessime condizioni, gli uomini del Battaglione Azov (particolarmente odiato da Mosca), Zelensky assicura che “Per salvare gli uomini del battaglione Azov stiamo facendo tutto il possibile e tutto ciò che dipende da noi va fatto. Non ci fermiamo, lottiamo per ogni persona e per ogni civile. I civili sono stati portati via dall’acciaieria, ora la questione sono i soldati e siamo pronti a scambiarli”.
Riguardo la situazione dei negoziati tra le due delegazioni, Zelensky ammette che “la questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, uccidono, vedo le tracce delle torture, le rovine che lasciano dietro di sé e questo complica molto la possibilità di condurre le trattative. La nostra società è molto pacifica, in questi otto anni volevamo trattare ma ora la società non la vede più positivamente. Come presidente sono pronto a parlare con Putin senza mediatori, però no agli ultimatum”.
Entrando poi nello specifico del conflitto, oltre l’attesa per il ‘previsto’ attacco frontale del Donbass, le autorità di Kiev non escludono tuttavia altre strategie da parte di Mosca: “E’ possibile un attacco dalla Transnistria. Il 100% delle persone lì sono controllate dalla Federazione Russa. Ci aspettiamo fino a 15mila persone da lì, ma non sono molto preparati dal punto di vista militare e possono ricevere forze aggiuntive solo dal cielo. Se si muoveranno, non abbiamo molto paura perché di queste 15mila persone forse solo fino a 3mila sanno davvero combattere. Può essere una sfida ma non una grande minaccia”.
Come è ormai noto, fin dal primo momento – premessa anche quella del Donbass – la Russia ha da subito avvertito che non intende a rinunciare all’annessione della Crimea. Dunque, rispetto all’indipendenza della Crimea, il presidente ucraino ha le idee abbastanza chiare: “No, non è possibile e non la riconosceremo mai come parte della Federazione Russa e siamo pronti a parlare con la Russia, sì, ma adesso con la guerra questa questione dolente va lasciata da parte, se ostacola l’incontro tra i due presidenti. Questa è una proposta giusta ma non abbiamo sentito alcun consenso dalla parte russa”.
Infine la volontà di Svezia e Finlandia di entrare nella Nato, con quest’ultima già a buon punto per quel che riguarda la richiesta di annessione. “Della questione – replica Zelensky – ho parlato con il presidente della Finlandia che chiamerà Putin, e sono grato all’Onu e alla Croce Rossa che hanno scortato i civili e sono pronti ad aiutare, ma ora la questione sta dalla parte russa“.
Max