Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siena, Ilaria Cornetti, al termine dell’udienza di questa mattina, si è riservato la decisione sulla richiesta di archiviazione per l’incidente del 19 giugno 2020 in cui è rimasto seriamente ferito l’ex campione di Formula 1 e atleta paralimpico Alex Zanardi.
La Procura senese ha chiesto l’archiviazione per l’unico indagato, Marco Ciacci, 45 anni, residente a Castelnuovo Berardenga (Si), che si trovava alla guida dell’autocarro contro cui andò a urtare Zanardi mentre con la sua handbike percorreva la strada provinciale 146 nel comune di Pienza (Si), all’altezza del km 39+800, nei pressi del bivio per la località Sant’Anna in Camprena, nell’ambito della staffetta di solidarietà ‘Obiettivo Tricolore’ promossa da atleti disabili. Ciacci è indagato per il reato di lesioni colpose gravissime.
L’avvocato Carlo Covi, legale della famiglia di Zanardi, si è opposto alla richiesta di archiviazione e ha chiesto al giudice “un’integrazione istruttoria”, ovvero di riaprire le indagini con ulteriori accertamenti tecnici sulla dinamica dell’incidente. Il legale dell’ex pilota ha chiesto anche al gip l’imputazione coatta per il camionista indagato. All’udienza era presente anche la moglie di Zanardi, Daniela Manni, parte offesa nel procedimento. L’avvocato Massimiliano Arcioni, legale di Ciacci, ha chiesto al giudice di accogliere la richiesta di archiviazione così come formulata dalla Procura.
“C’è stata un’invasione della corsia da parte dell’autocarro che è stata determinante per la reazione di Alex Zanardi, provocando la manovra di sterzo a destra, da cui è conseguita la perdita di controllo del mezzo. Se il camion fosse stato regolarmente all’interno della sua corsia di marcia l’incidente non sarebbe successo”, ha detto l’avvocato Covi del Foro di Padova.
“Non condividiamo assolutamente la richiesta di archiviazione né le conclusioni a cui è giunta la perizia del consulente tecnico della Procura, ingegnere Dario Vangi, che sostiene – ha spiegato l’avvocato Covi- che l’aver sorpassato di poco la mezzeria non ha provocato l’incidente. La domanda è: si può passare ‘di poco’ con un semaforo rosso? La Procura che ha fatto proprie le conclusioni del consulente circa il fatto che lo scavalco della mezzeria da parte del tir non è stata la causa della reazione di Zanardi. Non è possibile che non ci sia una responsabilità del conducente del camion nell’incidente: Zanardi lo vide sopraggiungere e sterzò di colpo perché invase la corsia”. Da questi dubbi la richiesta di procedere a nuovi accertamenti tecnici sull’incidente.
Al termine delle attività di indagine espletate con la collaborazione dei carabinieri della compagnia di Montepulciano (Siena) e dei risultati delle attività di consulenza tecnica esperite, il procuratore capo di Siena, Salvatore Vitello, a fine dello scorso aprile, ha inoltrato al gip del Tribunale la richiesta di archiviazione del procedimento “non ravvisando alcun nesso causale tra la condotta tenuta da Ciacci alla guida dell’autoarticolato e la determinazione del sinistro stradale in seguito al quale Zanardi riportava gravi lesioni”.
Ad avviso della Procura, ha sostenuto Vitello, “l’autista dell’autocarro viaggiava ad una velocità moderata e comunque ampiamente al di sotto del limite di velocità previsto su quel tratto di strada”. Ciacci “reagiva prontamente alla vista del ciclista mettendo in atto una manovra di emergenza (sterzando verso il margine destro della carreggiata) per allontanarsi dalla linea di mezzeria e cercare di evitare l’impatto con l’handbike condotta da Zanardi; impatto che sfortunatamente si verificava interamente all’interno della corsia di pertinenza dell’autoarticolato”.
“Nella suddetta dinamica”, secondo la Procura, come si legge nelle conclusioni della richiesta di archiviazione, “non ha avuto efficacia causale la posizione dell’autoarticolato sulla carreggiata ed in particolare la circostanza che poco prima dell’impatto, nell’affrontare la curva a sinistra, Ciacci si fosse spostato più vicino alla linea di mezzeria, calpestandola per metà con le ruote anteriori sinistre e oltrepassandola di pochi centimetri con quelle posteriori; con conseguente esclusione di responsabilità penale colposa in capo all’indagato”.
La famiglia di Zanardi sulla base della perizia condotta dal suo consulente di parte, l’ingegnere Giorgio Cavallin, invece, attribuisce “una efficacia causale alla condotta del conducente dell’automezzo, sostenendo che il parziale superamento della linea di mezzeria, abbia determinato la manovra di sterzo a destra dello Zanardi, da cui conseguiva la perdita di controllo del mezzo”.