YARA: ESAME SUI VESTITI, TRACCE DEI SEDILI FURGONE DEL BOSSETTI

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    Una nuova prova di rilevante peso emerge da uno degli esami effettuati dal Ris dei Carabinieri: tracce dei sedili del veicolo di Massimo Bossetti sarebbero infatti state riscontrate sui vestiti di Yara Gambirasio, la tredicenne rapita e poi uccisa nel Bergamasco. Lo riporta, questa mattina, La Stampa. Il quotidiano torinese non esita a parlare di “svolta”. La ragazza, quel 26 novembre 2010, sarebbe salita sul furgone di Bossetti. Sui suoi pantaloni sono stati trovate fibre dei sedili del camioncino del presunto assassino. Quegli esili fili di stoffa trovati sulla parte esterna dei leggings di Yara dopo una “rigorosa analisi” apparterrebbero proprio ai sedili dell’Iveco Daily di Bossetti. Ha trovato conferma in ambienti giudiziari bergamaschi la circostanza che, stando agli ultimi esami del Ris dei carabinieri, sui pantaloni di Yara Gambirasio sono state trovate tracce di tessuto del sedile del furgone Iveco Daily di Massimo Bossetti, il muratore in carcere dal 16 giugno scorso per l’omicidio di Yara Gambirasio. E’ questo un indizio che complica la posizione del muratore il quale, recentemente, si è visto respingere un’istanza di scarcerazione dal gip di Bergamo. Il difensore di Bossetti, Claudio Salvagni, aveva incentrato la richiesta sui dubbi riguardanti i risultati dell’esame sul dna mitocondriale. Il gip aveva spiegato che, dal punto di vista forense, rilevava l’esito del dna nucleare e quello era certamente del muratore a carico del quale, ora, spunta questo nuovo indizio sulla scorta del quale la ragazza sarebbe effettivamente salita sul furgone che, secondo gli investigatori, risulta essere stato per circa un’ora intorno alla palestra di Brembate dalla quale Yara sparì proprio il 26 novembre del 2010. La tredicenne fu trovata uccisa esattamente tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola. Gli investigatori avevano fatto analizzare le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza della zona a degli esperti dell’Iveco ed erano giunti alla conclusione che, per alcune caratteristiche particolari del mezzo, quello fosse proprio di Bossetti. La difesa del muratore affronterà il 25 febbraio un’udienza in Cassazione per una nuova richiesta di scarcerazione.