Sempre meno bambini e sempre più poveri. È questo il primo significativo dato emerso dalla XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Un due tre…Stella. I primi anni di vita, pubblicato da Save The Children. L’Italia nel 2023 ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i minori, specialmente i più piccoli.
I primi anni di vita, secondo diversi studi, sono gli anni in cui i bambini assorbono di più gli stimoli esterni e sono gli anni fondamentali per gettare le fondamenta delle persone adulte. Eppure le problematiche sono elevate: “Purtroppo le politiche non sono molto attente a questa fascia d’età – spiega Antonella Inverno, responsabile ricerca, analisi dati e formazione di Save the Children – e le difficoltà stanno proprio nel avere a disposizione tutto quello che serve per crescere in questo periodo nel migliore dei modi. Abbiamo visto che proprio i bambini e le bambine tra 0 e 3 anni e tra 4 e 6 anni sono quelli più colpiti dalla povertà assoluta, che vuol dire non avere beni e servizi adeguati per affrontare una vita quotidiana dignitosa”.
La fotografia restituita dal XV Atlante dell’Infanzia mostra ancora troppe disuguaglianze sociali e territoriali nei servizi per la prima infanzia. In particolare i territori dove sono più presenti i bambini sono anche quelli che scontano una carenza di servizi. “Noi abbiamo analizzato approfonditamente lo stato di attuazione del PNRR e, se tutti i progetti che sono in corso fossero portati a termine entro il 2026, quindi nella migliore delle ipotesi, abbiamo per esempio due regioni del sud, Sicilia e Campania, che non raggiungeranno neanche l’obiettivo di copertura degli asili nido del 33%. Un obiettivo che ormai è vecchio perché ce n’è uno nuovo fissato al 45%. Quindi si parte da una situazione di disuguaglianze talmente marcate che neanche gli investimenti ingenti del PNRR possono annullare queste differenze” spiega ancora Inverno.
Altro tema è quello delle città bollenti e dei pochi spazi verdi, che rendono difficile, per i bambini, muovere i primi passi nelle nostre città. La situazione si è aggravata molto, negli ultimi anni, per quanto riguarda le temperature estive. Afferma Antonella Inverno che “A luglio di quest’anno, per esempio, quasi tutti i bambini e le bambine tra 0 e 5 anni che vivono nei capoluoghi di regione e nelle grandi città metropolitane italiane, parliamo di una percentuale che si attesta circa al 94%, quasi 350 mila bambini sono stati esposti a temperature al suolo di 40°C o peggio”. Questa situazione potrebbe essere mitigata da aree verdi urbane, che però sono ridotte, coprono appena il 3% dei territori comunali.
Su questo aspetto sono indicative le testimonianze dei genitori raccolte da Save The Children: “Abbiamo sentito mamma e papà raccontare di aree attrezzate che sono però inaccessibili per i bambini, sappiamo poi che le città sono diventate particolarmente ostili per i bambini e le bambine, troviamo sempre più cartelli con divieti di gioco nelle piazze, divieti di utilizzare il pallone. Quello che chiediamo – conclude Save the Children – anche attraverso le pagine del nostro Atlante è che vengano rivoluzionate le politiche anche urbane che riguardano i bambini e le bambine, perché una città maggiormente accogliente per i più piccoli è sicuramente una città più adeguata anche per i loro genitori”.
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