(Adnkronos) – Morgan devolverà metà del suo cachet da coach di ‘X Factor 2023’, in onda dal 14 settembre su Sky, ai ragazzi rifiutati dalle loro famiglie perché gay. Lo annuncia lo stesso cantante su Instagram dopo la bufera mediatica e social che si è scatenata intorno a lui in seguito ai fatti accaduti durante il concerto al Parco Archeologico di Selinunte dedicato a Franco Battiato: nell’evento, il cantante ha preso di mira un gruppo di spettatori iniziando ad insultarli, anche con frasi omofobe,
Il cantante torna quindi a scusarsi con i suoi fan, molti dei quali hanno chiesto di escluderlo da ‘X Factor’, facendo l’ennesimo mea culpa: ”In questi giorni ho voluto ricostruire quello che è successo ma non mi voglio assolutamente nascondere a giustificare e voglio ribadire quanto sia sbagliato quello che ho detto – scrive – voglio che le mie scuse arrivino sincere, sentite, nitide e che arrivino a tutti perché so di aver ferito tante persone e le stanno anche i miei colleghi di ‘X-Factor’ e a tutta la squadra che ci lavora”.
”La frase che ho detto – ammette Morgan – è la cosa più lontana da quella che è la mia identità di essere umano, voglio ribadirlo. Tutti sanno che non sono un omofobo ma questo non basta, non scusa, non giustifica. Non basta infatti dire che si usano modi di dire razzisti, omofobi o sessisti a cuor leggero, molto aldilà delle reali convinzioni e intenzioni”
Per Morgan ”bisogna cambiare questa cultura e questo lessico che persistono inconsciamente nel linguaggio di tanti e purtroppo, con mia sorpresa e dispiacere anche allora anche – continua su Instagram – Porto volentieri la stigmatizzazione pubblica di quanto accaduto e accetto la gogna mediatica se questo può servire a cambiare, almeno in parte, le cose. Ho fatto un errore per il quale mi sono scusato ma, che sia chiaro, non voglio cancellare, anzi voglio fare un gesto concreto che non lo faccia scomparire ma che lo trasformi in qualcosa di positivo è utile”.
”Ho chiesto a Fremantle e Sky – annuncia Morgan – di devolvere metà del mio cachet di ‘X-Factor’ è una struttura di accoglienza per ragazzi rifiutati dalle famiglie di origine per il loro orientamento sessuale, l’identità di genere o perché hanno avviato un percorso di transizione. Ho pensato all’importanza di accogliere e questo concetto mi piacerebbe valesse anche per chi, come me, commetto un errore”.
(di Alisa Toaff)