Ormai verbi come ‘negoziare’ o, peggio, termini come ‘pace’, sembrano essersi stati definitivamente cancellati dalle diplomazie occidentali. Ogni riferimento alla guerra in Ucraina ha infatti come ‘refrain’ la frase “pieno sostegno a Kiev” che, tradotto, significa un continuo invio di mezzi ed apparati bellici, e dunque chissà per quante settimane ancora, doverci preparare a dover leggere di morti e stragi.
Evidentemente questa è la linea ‘comune’ che, Usa in testa, i paesi Ue hanno deciso di sposare, anche a costo ciascuno di doverlo pagare pesantemente in tema economico. In tutto ciò il presidente Zelensky, applaudito come una rockstar, continua il suo ‘tour’ all’insegna degli armamenti.
Ed anche oggi, intervenendo in video-collegamento con il World Economic Forum di Davos, dopo aver tenuto a rimarcare che il suo paese sta agendo ”in modo risoluto e forte”, il numero uno di Kiev ha affermato che ‘‘Non abbiamo iniziato noi questa guerra, ma la concluderemo”. Inoltre, parlando de suoi ‘acerrimi nemici’, Zelensky ha anche tenuto a precisare che “la Russia si è già conquistata un posto tra i terroristi e questo non dipenderà più dalla sua leadership“.
Ovviamente, prendendo la parola, il presidente ucraino ha chiesto un minuto di silenzio, per commemorare le vittime a bordo dell’elicottero abbattuto a Bovary, nei pressi della capitale. Riguardo poi, in termini bellici, delle morti del ministro degli Interni ucraino e del suo vice, Zelensky ha commentato che ”Non sono preoccupato”. Quindi, ‘come da prassi’, è giunta la solita richiesta di armi e mezzi, perché, ha esortato, ”Il tempo che il mondo libero utilizza per pensare viene usato dallo stato terrorista per uccidere”.
Dunque, chiedendo di aumentare la ”velocità del processo decisionale per l’invio di nuove armi all’Ucraina”, nello specifico Zelensky ha chiesto la ”fornitura di carri armati occidentali in modo che anticipino un’altra invasione di carri armati russi”. Il periodo è ‘propizio’ perché ”L’inverno ha rallentato i progressi della guerra. Tutti si stancano: la natura, le persone e, grazie a Dio, anche il nemico“. Puntuale poi anche il plauso ai suoi soldati: ”grato a tutti i nostri guerrieri, quelli vivi e quelli che abbiamo perso per il loro coraggio. ‘E’ davvero dura, ma siamo forti anche all’interno della nazione. Siamo uniti, siamo organizzati, perché siamo motivati“.
Infine, congedandosi dal World Economic Forum di Davos, dopo aver calorosamente ringraziando “gli alleati occidentali per il sostegno”, il presidente ucraino si è anche andato lasciare ad un ‘rimprovero’ in quanto, “le potenze occidentali si sono mostrate troppo ‘esitanti’ nell’agire contro la Russia, anche se hanno sempre fatto la scelta giusta”. Quindi il monito conclusivo: ”La tirannia sta superando la democrazia”.
Max