Onestamente, premessa la condanna nei confronti di Putin per la violenta invasione in Ucraina, e le conseguenti sanzioni comminate dall’Occidente, spiace che poi a farne le spese siano in primis il popolo russo, che già deve subire l’arroganza di un dittatore senza scrupoli ma, ora, persino sportivi ed atleti che, per concezione e cultura, attraverso differenti discipline rappresentano la coesione tra i paesi.
La ‘clamorosa’ decisione di Wimbledon, di escludere delle gare sia i campioni russi che quelli bielorussi. Roma farà altrettanto per gli ‘Internazionali’?
Come molti sapranno, dopo il calcio, ed altri sport, la scorsa settimana anche il prestigioso torneo tennistico di Wimbledon, ha deciso di escludere dalla competizione i tennisti di Russia e Bielorussia.
Un provvedimento ‘discutibile’, che ora sconquassa anche il mondo del tennis, finendo per influenzare anche il nostro Paese che, come da tradizione, a breve ospiterà gli Internazionali Bnl a Roma.
Pietrangeli: “La politica non dovrebbe mai entrare nello sport, è ingiusto che a pagare siano i giocatori che non hanno colpe”
Una scelta che uno dei più grandi campioni azzurri disapprova senza mezzi termini: ”E’ una decisione politica degli inglesi che io trovo sbagliata e mi auguro che Roma non faccia altrettanto”. Sbotta infatti Nicola Pietrangeli, che giustamente aggiunge: “La politica non dovrebbe mai entrare nello sport. Trovo ingiusto che a pagare siano i giocatori che non hanno colpe. Al limite posso capire la decisione di escludere la nazionale russa non i singoli giocatori”.
Pietrangeli: “Alla presentazione degli Internazionali Bnl d’Italia c’erano tutte le alte cariche deo sport ma non se ne è parlato”
Tuttavia, commenta l’ex capitano azzurro di Coppa Davis, “L’altro giorno alla presentazione degli Internazionali Bnl d’Italia c’era la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, il presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli e il presidente della Fit Angelo Binaghi e l’argomento non è saltato fuori, penso che Roma non escluderà russi e bielorussi”.
Barazzutti: “Perché penalizzare, punire degli atleti che nulla hanno a che fare con la guerra. Alcun l’hanno anche condannata”
Dal canto suo anche Corrado Barazzutti mostra forti perplessità i merito a questa scelta: “Mi pare una decisione quantomai discutibile. Non c’è dubbio che gli inglesi abbiano tutto il diritto ad utilizzare come cassa di risonanza il proprio torneo per manifestare in maniere forte il dissenso all’aggressione, all’invasione orribile della Russia nei confronti dell’Ucraina. Ma cosa c’entrano i giocatori? – rimarca infatti l’ex azzurro del tennis – Perché penalizzare, punire degli atleti che nulla hanno a che fare con la guerra. E che alcuni di loro, tra l’altro, hanno anche pubblicamente condannato”.
Barazzutti: “Non possono essere condannati solo perché nati in un Paese nel quale il governo ha deciso di fare guerra al mondo”
Dunque, spiega Barazzutti, “Sarebbe una decisione del Governo visto che Atp e Wta si sono dette contrarie e mi auguro che non venga presa perché gli atleti, a meno di esplicite esternazioni pro Putin o pro guerra, non hanno colpe e non possono essere condannati solo perché nati in un Paese nel quale il governo ha deciso di fare guerra al mondo“.
Bertolucci: “Una decisione che trovo profondamente ingiusta e mi dispiacerebbe se Roma la seguisse per gli Internazionali d’Italia”
Concorde con i suoi colleghi (eccolo il senso della sportività, quella vera), anche l’ex campione Paolo Bertolucci: “E’ una decisione che trovo profondamente ingiusta e mi dispiacerebbe se Roma la seguisse anche se le parole di ieri di Malagò che ha parlato di decisione in linea con il Cio mi fanno pensare che anche gli Internazionali d’Italia possano sposare la linea del boicottaggio“.
Bertolucci: “Debbono condannare Putin? Chi avrebbe il coraggio di fare certe dichiarazioni se si trovasse nelle loro condizioni?”
Inoltre, osserva ancora l’ex numero 12 del mondo, ”Sento dire che i tennisti russi e bielorussi dovrebbero fare delle dichiarazioni contro Putin e contro il governo. Mi sembra assurdo chiedere una cosa del genere quando magari il giocatore ha la madre o la sorella in Russia. Voglio vedere chi avrebbe il coraggio di fare certe dichiarazioni se si trovasse nelle condizioni di questi ragazzi che, ripeto non c’entrano niente con la guerra. Sono solo dei ragazzi che giocano a tennis“.
Max