“Saltare a conclusioni e speculazioni senza alcuna informazione o conferma ufficiale di ciò a cui si allude”, sulla morte di Giulio Regeni , ministro egiziano degli Esteri attacca i giornali italiani, e lo fa attraverso unintervista rilasciata al Foreign Policy. In visita a Washington, il ministro egiziano accusa la stampa italiana di essere “assolutamente fuorviante”, perché avrebbe accusato gli apparati di sicurezza del Cairo di aver torturato e quindi ucciso il giovane ricercatore italiano. Per Sameh Shoukry, che ha assicurato massima collaborazione con gli inquirenti italiani, si sarebbe trattato di un “atto criminale”. Poi il politico egiziano ha definito una menzogna la notizia secondo cui in Egitto vi sarebbero qualcosa come 40mila prigionieri politici: “Stiamo forse tornando alle ideologie e alle pratiche di Goebbels, secondo il quale se ripeti a sufficienza una bugia diventa vera. Per la cronaca tali numero sono stati pubblicati da una ricerca congiunta tra l’ong Human Rights Watch e il Centro egiziano per i diritti economici e sociali, senza contare le testimonianze di diversi media egiziani che, a maggio 2014, nelle carceri del paese vi erano almeno 40mila prigionieri politici, conseguenza del repulisti attuato dal regime dopo la destituzione dell’ex presidente Mohamed Morsi – a danno dei movimenti islamici. Shoukry aprla quindi di un “attacco”, questa cifra è stata “ripetuta, ripetuta e ripetuta in pubblico, finché non è stata accettata come un dato di fatto”.
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