WALKMAN, ECCELLENZA ROBOTICA TUTTA ITALIANA di Veronica Romano

Alto 1,85 metri e pesante 100 chili, Walkman non è più un lettore di musicassette, ma è il robot tutto italiano, realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia, iit, in partenza verso gli Stati Uniti per partecipare alla DARPA Robotics Challenge, DRC, competizione internazionale lanciata dall’Agenzia per la ricerca avanzata del dipartimento di difesa statunitense, DARPA, con l’obiettico di definire gli standard tecnologici dei robot da utilizzare in situazione di disastro naturale. Il progetto della DARPA ha permesso alle eccellenze italiane di dimostrare la propria bravura e le proprie competenze in ambito tecnologico. “Siamo molto orgogliosi di poter partecipare alla DRC con un progetto costruito interamente in Italia”, afferma Roberto Cingolati, direttore scientifico di iit, “Walkman è la dimostrazione che anche l’Europa, e in primis l’Italia, gioca un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore”. La competizione ha avuto inizio nel settembre del 2012, e si terrà il 5 e 6 giugno dell’anno corrente a Pomona, vicino Los Angeles. Parteciperanno 25 team provenienti dagli USA, dal Giappone, Corea del Sud, Repubblica Popolare Cinese ed Europa, che è rappresentata dall’Italia. Gli altri team hanno iniziato a lavorare per competizione già nel 2012, mentre in Italia la realizzazione di Walkman ha inizio solo a fine 2013. Walkman ha una batteria che gli da un’autonomia di circa un’ora, è in grado di camminare, aprire porte, utilizzare strumenti di lavoro. I ricercatori hanno guardato alle funzioni dell’essere umano, ricreandole perfettamente nel robot. Anche le mani, caratteristica che come afferma Darwin distingue l’uomo dagli altri primati, sono uno sviluppo dalla SoftHand realizzata dal Centro di Ricerche “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, con cui l’Istituto Italiano collabora. Walkman si distingue per ulteriori funzioni: leggerezza nelle gambe in quanto prive di motori nella parte inferiore, destrezza e versalità nella manipolazione e il busto è in grado di ruotare per 180 gradi. La sfida più ardua che resta ai ricercatori di iit è quella di riuscire a far guidare un veicolo a Walkman. Sono passati circa 800 anni dal primo progetto documentato di automa programmato, il nonno del moderno robot; siamo intorno al 1495 quando Leonardo da Vinci progetta l’automa più complesso: un cavaliere in armatura, in grado di alzarsi in piedi e muovere braccia e testa. Sono gli anni settanta del secolo settecento quando Pierre Jaquet-Drox costruisce ’’Lo Scrittore’’, “Il Musicista” e “Il Disegantore”, tutte forme di automa programmato, in grado di compiere azioni meccaniche precise. Il progresso ha fatto la sua strada, e i robot moderni, come Walkman hanno più funzioni, più specificità, nonostante il principio sia lo stesso: macchine simili all’uomo. Tra qualche secolo, forse, si giungerà alla realizzazione di un ’Robot positronico’, ovvero un robot capace di avere emozioni e reazioni umane, come già “costruito” nel film “L’uomo bicentenario”.