L’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha commesso abusi: durante il suo mandato al Viminale ha utilizzato i voli di Stato rispettando “i criteri di economicità, celerità di spostamento e di impiego razionale delle risorse” e sempre “nell’esercizio delle proprie funzioni di ministro dell’Interno”. Lo riferisce una nota della Lega. La Procura della Repubblica al Tribunale ordinario di Roma (collegio per i reati ministeriali) chiede l’archiviazione relativamente ai voli effettuati da Salvini con mezzi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza o dei Vigili del Fuoco.
Nessun danno erariale, scrive la Procura, anche perché i costi sostenuti “non appaiono essere palesemente superiori a quelli che l’amministrazione dell’Interno avrebbe sostenuto per il legittimo utilizzo di voli di linea da parte del ministro e di tutto il personale trasportato al suo seguito”. L’analisi della documentazione “ha confermato che l’utilizzo dei velivoli è avvenuto da parte dell’onorevole Salvini nell’esercizio delle proprie funzioni di ministro dell’Interno, circostanza che impone di tener conto anche dei dispositivi di protezione eccezionale (primo livello) di cui tale autorità è destinataria”.
La Procura ha anche ricordato che per il corretto utilizzo di questi voli “occorre garantire un numero minimo di prove di volo con addestramento dell’equipaggio” e che “la Procura della giustizia contabile ha escluso la ricorrenza di elementi sufficienti a sostenere in giudizio una contestazione di responsabilità amministrativa, in relazione alla ritenuta impossibilità di dimostrare la sussistenza di un danno erariale”. Il Viminale il 16 maggio 2019 spiegava che “in nessun caso il ministro ha utilizzato questi servizi per motivi estranei al suo ruolo istituzionale”.