Tramite le parole del suo legale Pietro Venuti, Daniele Mondello, il marito della deejay di 43 anni ritrovata morta l’8 agosto nei boschi di Caronia (Messina) e padre del piccolo Gioele ha voluto rendere noto un ultimo e importante particolare relativo alla triste e dolorosa vicenda che ha travolto la sua famiglia.
“Il parabrezza della Opel Corsa di Viviana Parisi era già rotto prima dell’incidente avvenuto il 3 agosto nella galleria Turdi sull’autostrada A20 Messina-Palermo”. Questo è quanto emerge in merito alla vicenda di Gioele e Viviana.
Si ricorda che il piccolo corpo del figlio Gioele di 4 anni è stato rinvenuto da un volontario solo il 19 agosto a circa 300 metri di distanza dal luogo in cui venne trovato quello della madre.
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Ieri sera era balzata in aria la voce che la lieve crepa rilevata sul parabrezza, sul lato passeggeri, dalla Polizia scientifica, fosse dovuta proprio allo scontro avuto nella galleria da Viviana con un furgone di operai, dopo un sorpasso azzardato. Subito dopo il sinistro, Viviana aveva fatto perdere le proprie tracce con il figlio.
Stando agli investigatori sarebbe la prova che il piccolo Gioele abbia battuto la testa sui cui sarebbero state rilevate, nel corso dell’esame Tac prima dell’autopsia, micro tracce di sangue. Ma adesso arriva la smentita del padre di Gioele, che ci tiene a precisare che il parabrezza fosse “già lesionato” dopo “un precedente sinistro” avvenuto nei mesi scorsi. Di conseguenza, il parabrezza non si sarebbe rotto quel giorno della scomparsa.
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L’esame sull’auto danneggiata, che si trova in un deposito della Polizia a Messina, con una ruota bucata e altri danni sul lato, è stato eseguito dalla Polizia scientifica. Da una telecamera di sorveglianza è anche emerso che il piccolo non era legato al seggiolino. Anche dai video postati sui social si vede sempre Gioele in piedi sul sedile posteriore, mai allacciato. La mattina del 3 agosto l’auto di Viviana fece un sorpasso azzardato in galleria, sbattendo contro un furgone e cozzando con la fiancata destra sulla fiancata sinistra del furgone. Nell’urto si è rotto anche il finestrino. E’ per questa ragione che gli investigatori non tendono ad escludere che il bambino abbia potuto battere la testa. Ma, in riferimento a quanto sostiente il padre del bambino, il parabrezza era già rotto.
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