Il governo italiano aveva dato l’ok alle trivellazioni per l’estrazione del gas naturale al largo dell’Area Marina Protetta “Nord Adriatico-Delta del Po”, una zona dichiarata patrimonio dell’UNESCO. Ma grazie a diverse associazioni ambientaliste quelle trivellazioni sono state bloccate dal giudice.
Nel marzo del 2021 il governo Draghi aveva dato l’ok al cosiddetto “progetto Teodorico” che avrebbe permesso all’azienda australiana Po Valley Energy di costruire ed operare una grande piattaforma di gas alle porte dell’Area Marina Protetta “Nord Adriatico-Delta del Po”, designata per la conservazione di specie protette come il delfino tursiope e la tartaruga marina.
Una decisione che scatenò le ire non solo degli ambientalisti ma anche delle autorità locali del Veneto e dell’Emilia Romagna che si rivolsero ai giudici del TAR per bloccare la decisione così come fecero le associazioni ClientEarth, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF Italia e Greenpeace Italia.
Ebbene, il giudice ha dato ragione a questi ultimi sostenendo che lo Stato non aveva valutato gli impatti delle attività di sfruttamento del gas sull’area protetta adiacente, che ospita delfini, tartarughe marine e una serie di altre specie fondamentali.
Il giudice ha confermato che questa mancanza costituiva una violazione della normativa comunitaria e nazionale sulla natura, annullando il permesso di operare alla società e impedendo la costruzione della piattaforma di gas.
L’avvocato di ClientEarth Francesco Maletto ha dichiarato: “L’approvazione di questo progetto sacrificava la fauna selvatica per il petrolio e il gas. È stata una lezione su come non combattere il cambiamento climatico e una chiara violazione della normativa dell’UE e dell’Italia, ma questa vittoria cruciale ribalta tutto. È un’altra vittoria in un mosaico di lotte per ripristinare i nostri oceani e ricostruire le popolazioni di fauna selvatica. Il cambiamento climatico e la perdita di specie minacciano tutta la vita sulla Terra. In questo contesto, protetto deve davvero significare protetto”.
“I progetti di trivellazione in Italia – ha aggiunto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – vanno a vantaggio solo delle aziende che li realizzano, utilizzare una dinamica di emergenza del gas che non esiste è sbagliato, sacrificare poi persino la natura, cioè un’area protetta, sarebbe stato profondamente ingiusto. L’Italia deve pensare ad attuare la transizione energetica e le energie rinnovabili”.
Giorgia Gaibani, responsabile del settore Natura 2000 della Lipu-BirdLife Italia, ha dichiarato che si tratta di “un’importante sentenza che ribadisce la necessità di proteggere le aree protette per affrontare efficacemente le crisi del clima e della biodiversità”.
“Si tratta di un segnale importante, dal punto di vista climatico e ambientale, in questo momento storico in cui il governo italiano continua a puntare sull’estrazione di gas e petrolio invece di concentrarsi sullo sviluppo delle rinnovabili”, è stato il commento di Andrea Minutolo, responsabile dell’Unità scientifica di Legambiente.
Chiara Campione, direttrice del programma di Greenpeace Italia, ha dichiarato: “Questo è un passo fondamentale verso la giustizia climatica e la protezione dei nostri oceani. Bloccare il progetto Teodorico dimostra che l’era del sacrificio della natura per i combustibili fossili è finita”.
L’articolo Vittoria degli ambientalisti italiani, stop alle trivellazioni nel Delta del Po proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.