Che ne sanno i ragazzi d’oggi degli “anni di piombo”. E’ proprio la conoscenza di quel periodo buio la base del percorso cui mira il progetto stesso. Il prossimo incontro è previsto il 25 marzo alle ore 10.00 presso l’aula magna del Rettorato Università della Tuscia a Viterbo. L’appuntamento sarà incentrato sulla figura di Mariano Romiti, un Maresciallo, uno scrupoloso poliziotto di quartiere, in servizio al Commissariato di Centocelle, zona popolare di Roma. Originario di un paese della provincia di Viterbo, aveva 52 anni, tre figlie – Rossella, Adriana, Caterina – e un figlio più piccolo, Giovanni. Era conosciuto per i suoi modi garbati, cordiali e anche un po’ paterni, comunque rassicuranti. Quel che si dice uno “sbirro buono”. Cattolico praticante, tra i fondatori del nascente sindacato democratico di polizia. Aveva partecipato a delle operazioni importanti ed ad arresti significativi nell’ambito dei “fiancheggiatori” delle Brigate rosse. Nella “campagna dei marescialli” cominciata dai terroristi contro le forze di polizia nella primavera di quel 1979, che già aveva mietuto diverse vittime, alle 7,45 del 7 dicembre è caduto anche lui. A causa della “sua opera controrivoluzionaria nei quartieri posti sotto il suo controllo” recitava, gelido e farneticante, il comunicato di rivendicazione dell’omicidio.