(Adnkronos) – “L’inflazione, sospinta dagli eccezionali rialzi dei prezzi delle materie prime energetiche e alimentari, resta alta a livello globale” e “nell’area dell’euro”, l’alto livello raggiunto “colpisce duramente le famiglie, soprattutto quelle meno agiate, che spendono una parte consistente del loro reddito per l’acquisto di beni alimentari ed energetici e costituisce un onere pesante per le imprese, che vedono erodere la loro competitività”. Lo afferma il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenendo all’Assiom Forex.
Anche a seguito di queste dinamiche, sottolinea il governatore, “le prospettive di crescita per l’area si sono deteriorate”. E “in questa particolare fase, il compito della banca centrale è particolarmente delicato”. L’azione della Bce “dovrà proseguire continuando a ricercare il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo poco, lasciando l’inflazione elevata per un periodo di tempo eccessivo, tale da incidere sulle aspettative e sulla stabilità monetaria, e quello di fare troppo, portando a una caduta del reddito e dell’occupazione e compromettendo la stabilità finanziaria, con ricadute non meno gravi sull’andamento dei prezzi. Bilanciando questi due rischi, l’altro ieri il Consiglio ha deciso di innalzare i tassi ufficiali di 50 punti base, ha annunciato l’intenzione di aumentarli della stessa misura in marzo e ha segnalato che il ritmo di eventuali ulteriori rialzi sarà valutato successivamente. Ha confermato che le future decisioni sui tassi di interesse continueranno a essere adottate sulla base delle nuove evidenze rilevanti per le prospettive d’inflazione”.
Il governatore richiama quindi alla necessità della cooperazione. ”In una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l’azione di ciascuno fornisce al risultato finale”.
Visco tuttavia sottolinea che “i rischi che derivano dalla situazione finanziaria delle famiglie, che pure risente del peggioramento delle prospettive economiche, si mantengono nel complesso circoscritti”. “L’indebitamento delle imprese e delle famiglie italiane rimane basso nel confronto internazionale, nonostante il significativo ricorso delle aziende ai finanziamenti garantiti dopo lo scoppio dell’emergenza sanitaria e la sostenuta dinamica dei mutui osservata negli ultimi anni”.
“In rapporto al Pil – spiega Visco – esso è complessivamente pari al 112 per cento, a fronte di un valore medio del 168 per cento per l’area dell’euro. La stabilità finanziaria della nostra economia beneficia altresì del miglioramento della struttura finanziaria delle imprese, iniziato nei primi anni dello scorso decennio e solo temporaneamente interrotto dalla crisi pandemica”.