Il virus responsabile della pandemia di Covid-19 “ha caratteristiche di aggressività anomale ed estremamente patogene che sono state ottenute tramite tecniche di manipolazione genetica in laboratorio, per questo infetta e uccide con la facilità che abbiamo imparato a conoscere”. A sostenerlo, portando a conforto “evidenze molecolari inedite”, è il libro-inchiesta ‘L’origine del virus’ (editore Chiarelettere), firmato dal giornalista pubblicista Paolo Barnard, in collaborazione con gli scienziati Steven Quay (Usa, Stanford University e Harvard Massachusetts General Hospital) e Angus Dalgleish (Uk, St George’s University of London).
L’opera – da domani in tutte le librerie italiane e dal 30 settembre in quelle britanniche – si fonda “su una ricerca e una ricostruzione tanto accurate quanto inquietanti”, sottolinea una nota della casa editrice, rivelando “per la prima volta al pubblico che i letali segreti biologici del coronavirus” Sars-CoV-2 “erano già noti alle autorità cinesi e ai virologi di Wuhan fin dai primissimi casi del limitato contagio al Wuhan Institute of Virology. Se queste verità fossero state rivelate subito, sarebbero state prese misure ben più drastiche e con largo anticipo e si sarebbero salvate innumerevoli vite umane”, è la teoria degli autori.
Barnard, che in carriera ha collaborato per inchieste con la Rai e come opinionista con La/, e ha firmato altri libri, ha coordinato Quay e Dalgleish “lungo un’inchiesta durata oltre un anno – prosegue la nota – che illustra anche gli esperimenti di virologia più estremi che non solo hanno dato origine alla peggior pandemia dall’influenza Spagnola, ma che minacciano il ripetersi di una catastrofe analoga in un futuro non distante. Infine gli autori includono” quelle che ritengono “le prove delle coperture messe in atto da alcuni scienziati americani e inglesi per stroncare una libera indagine sulle origini di Covid-19 per evidenti conflitti d’interesse”.