Un imam poco conciliante con i dettami della religione che predicava, i suoi comportamenti erano infatti decisamente poco consoni a un uomo dio fede. Dopo aver esercitato la sua missione a Carpineti (in provincia di Reggio Emilia), passando per la frazione di Gatta, si era poi trasferito più a nord, per lesattezza a Noventa Vicentina, in provincia di Vicenza. Qui Mohammed Madad, marocchino di 51 anni, predicava a una vasta comunità, tanto da riuscire a percepire un vero e proprio stipendio. Ma qualcosa in lui non andava e, già da tempo, la Digos di Reggio Emilia aveva iniziato a monitorarlo. Ad insospettire gli agenti, il comportamento delluomo in famiglia. Mohammed Madad usava infatti infliggere punizioni corporali ai figli minorenni, due maschi e due femmine. Aveva chiamato la più piccola delle figlie ’Jihad’, e questo è bastato ad insospettire gli uomini della Digos. E così emerso che l’imam era un “intransigente radicale e faceva predicazioni invasive e violente di matrice salafita”, hanno riferito gli investigatori di Reggio Emilia i quali, in collaborazione con i colleghi di Vicenza, si sono affrettati ad eseguire l’ordine di espulsione disposto dal ministro dell’Interno per minacce alla sicurezza dello Stato e per pericolo di agevolare organizzazioni e attività terroristiche anche internazionali. Così, ieri sera, limam è stato imbarcato su un volo Alitalia per il Marocco. L’espulsione ordinaria è di 10 anni ma in questo caso è stata disposta un’espulsione per 15 anni. Tra gli elementi emersi dalle indagini, si legge che il 51enne “faceva rituali magici a pagamento” e aveva la “capacità di suggestionare e influenzare le persone, che indottrinava verso un islam estremista”. Buon viaggio, a mai più.
M.