Una via Crucis dedicata alle persone che soffrono, “a tutte le croci del mondo” e in primis a quella portata dai migranti. Questo è il tema cardine dellatteso venerdì Santo di Papa Francesco, che recitando una preghiera scritta da lui stesso, ha invitato a pregare per i migranti che “trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici”.
Via Crucis, il messaggio di Papa Francesco
Nella notte del venerdì santo Papa Francesco elenca una serie di “croci”, pregando per loro e mette in primo piano la questione migranti. Nellelenco il Papa parla della croce “delle persone affamate di pane e di amore”, “la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti”, “la croce delle persone assetate di giustizia e di pace”, “la croce delle persone che non hanno il conforto della fede”, “la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine”, “la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza”, “la croce dellumanità che vaga nel buio dellincertezza e nelloscurità della cultura del momentaneo”, “la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dallomicida leggerezza e dallegoismo”, “la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati”, “la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore”.
Spazio anche per “la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei”, “la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante”, “la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati”, “la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dallinterno e dallesterno”, “la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dallavidità e dal potere”.