“Ogni anno oltre 20mila persone contattano il numero verde ’Gay Help Line’ 800 713 713, di cui oltre 7mila sono minori, e di questi oltre 300 vivono situazioni gravi di violenza familiare e purtroppo non sanno a chi chiedere aiuto. Quando i ragazzi raccontano quello che vivono a scuola e ai servizi sociali le loro storie vengono spesso sottovalutate o, in alcuni casi, sono gli stessi adulti che dovrebbero tutelarli a esprimere pregiudizi su lesbiche, gay e trans. Servono dalle istituzioni strumenti a tutela dei minori che subiscono violenze anche attraverso una rete di servizi integrati per supportare i giovani e giovanissimi lesbiche, gay e trans che oltre ad essere spesso vittime di bullismo, vivono un vero e proprio inferno a casa che, come abbiamo purtroppo spesso riferito, ha portato anche al suicidio di molti giovanissimi”. Questa la triste realtà che, nel 2018 vive ancora il nostro Paese, ancora protagonista di un retaggio medievale intriso di violenza e discriminazioni nei confronti della sessualità altra, non etero. E quanto rivela Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center della Campania il quale, fedele al suo impegno, in questi giorni ha concorso alla liberazione di un 14enne della provincia partenopea da una morsa di prigionia e supplizi riservatigli addirittura dalla sua famiglia. Tutto questo perché il ragazzino aveva rivelato loro la sua omosessualità. Mesi di botte, vessazioni e, addirittura, di ustioni a seguito delle fiamme appiccategli con la benzina sulle caviglie. Violenze, fisiche e psicologiche, indicibili, delle quali il 14enne ha deciso di parlarne alla ’Gay Help Line’. Venuto a conoscenza di tale situazione, Marrazzo ha presentato un esposto alle forze dellordine le quali, con il supporto congiunto del Miur e lOscad (Osservatorio contro le discriminazioni della polizia di Stato), tramite il commissariato di polizia competente, hanno iniziato con discrezione a monitorare quotidianamente la situazione. Acquisiti abbastanza elementi di conferma, la Procura di Napoli ha ascoltato il ragazzo, decidendo poi di trasferirlo in una struttura protetta. Il Gay center ha scritto in proposito: “Ringraziamo il Miur e l’Oscad per il supporto fornito, che ci ha consentito di mettere in sicurezza il ragazzo. Restiamo in attesa di conoscere i risvolti delle indagini, compresi i provvedimenti verso tutte le persone che sono state testimoni o erano informate delle violenze e non hanno denunciato”.
M.