VERTICE UE SUL LAVORO:

Confronto a tutto campo al vertice UE di Milano sul lavoro da dove sono arrivati segnali di distensione  fra quelli che sono i protagonisti del dibattito su rigore e flessibilità: il presidente francese Francois  Hollande, il premier italiano Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Proprio la Merkel a conclusione dell’incontro ha espresso apprezzamento per  la riforma del mercato del lavoro presentato da Renzi. Si tratta di un piano importante per eliminare le barriere presenti nel mercato del lavoro e ” l’italia – ha detto- sta facendo un passo importante col Jobs Act”.  A sua volta Francois Hollande ribadisce che la crescita e la creazione di posti di lavoro sonop la priorità di tutti gli europei. Siamo tutti coinvolti – ha affermato – e occorre insistere con il piano di investimenti europeo e regolare meglio il ritmo delle politiche di bilancio. Nette le parole di Matteo Renzi sugli sforzi dell’Italia per dare un nuovo impulso alla crescita e all’occupazione. “Chi vuole cambiare il mondo e ha paura di guardarsi allo specchio – ha detto – non è credibile: l’Italia sarà credibile nella sua volontà di riforme solo se porterà a casa quelle che ha promesso da trent’anni e messo in cantiere negli ultimi sei mesi.  Il dibattito tra austerity e crescita, così come lo stiamo facendo – ha proseguito il premier – non solo sui giornali ma anche nei corridoi di Bruxelles tra tecnici e funzionari, rischia di uccidere la prima vittima: il buon senso.  Senza crescita non c’è lavoro, senza lavoro non c’è dignità e senza dignità non c’è Europa: tornare a porre l’attenzione sulla crescita significa chiedere all’Europa di tornare ad essere se stessa. Un’azienda che non investe è finita. Un Paese che non cambia è morto. Un’Europa che pensa solo ai vincoli è arida. Se trasformiamo l’Europa in una commissione che fa gli esami e fa le pulci ai Paesi membri, ai governi liberamente eletti, forse stiamo rispettando le regole della burocrazia, ma certo stiamo uccidendo la speranza della politica”, ha concluso il premier.