Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale Matteo Renzi. A quanto si apprende l’incontro, durato circa un’ora, si e’ tenuto in vista del vertice di questa sera a Bruxelles dell’Unione Europea e per uno scambio di idee sull’imminente semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Dopo il terremoto che ha portato all’Europarlamento un massiccio drappello di deputati euroscettici, nell’Ue si e’ aperta la battaglia per conquistare i posti chiave alla guida dell’Ue. Stasera i capi di Stato e di governo dei Ventotto si incontrano a Bruxelles per una cena informale a partire dalle 19 in cui analizzeranno i dati del voto, parleranno ovviamente di Ucraina, ma soprattutto avvieranno il ’risiko’ delle poltrone. I dati definitivi hanno confermato che a vincere le eiropee e’ stato il Ppe e il suo candidato alla presidenza della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che ha ottenuto 213 seggi. Al secondo posto i socialisti di Martin Schulz, che hanno ottenuto 190 deputati, seguiti dai liberali dell’Alde con 64 e dai Verdi con 52. Oggi, in una riunione che ha preceduto l’inizio dei negoziati, il presidente dell’Europarlamento, Schulz, e i leader dei gruppi politici si sono riuniti e hanno incaricato Juncker di cercare l’appoggio della maggioranza necessaria per presiedere la Commissione. Junker, candidato naturale a sostituire l’attuale presidente Jose Durao Manuel Barroso, rivendica la poltrona, ma lunedi’ pomeriggio, incassata la batosta elettorale, il premier britannico, David Cameron, incassata la batosta elettorale (portera’ a Strasburgo 19 deputati, uno in meno dei laburisti e 5 in meno del trionfante Ukip di Nigel Farage) si e’ imbarcato in una serie di telefonate ai colleghi europei per invitarli a trarre lezione dall’ondata populista. Il processo di nomina del capo dell’esecutivo comunitario e’ definito dai Trattati in termini molto generici (spetta ai leader dell’Ue proporre un candidato, tenendo conto del risultato delle urne), il che lascia spazio alle diverse interpretazioni. Secondo Cameron, i leader europei dovrebbero prima individuare le riforme necessarie e poi scegliere il candidato piu’ adatto per attuarle: il premier britannico -che ha promesso un referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’Ue nel 2017 in caso i Tories vincano le elezioni del maggio 2015- ritiene che la visione troppo federalisti di Juncker rischia di danneggiare il suo progetto di riformare i rapporti tra Gb e Ue. Insomma, una partita delicatissima su cui si gioca il futuro dell’Ue. Tra l’altro, stamane anche Marine Le Pen ha annunciato che, se arrivera’ a governare la Francia, proporra’ un referendum per l’uscita dall’Ue simile a quello che vuole Cameron.