Vertice a Palazzo Chigi, Conte “Nel 2020 scenderà il deficit”, prima correzione alla manovra

Dopo il raggiungimento dello spread alla terrificante quota 300 e i mercati in palpitazione, arriva l’annuncio del cambio della manovra. Sarà dunque apportata la prima correzione finanziaria alla manovra targata M5S-Lega. Al centro, come previsto, l’asticella del rapporto deficit/Pil, inizialmente fissata nel Def al 2,4% per tre anni – fattore che ha destato non poca preoccupazione in Europa – scenderà già a partire dal 2020. L’annuncio è arrivato ieri dal premier Conte, dopo il vertice tenutosi a palazzo Chigi, al quale erano presenti anche i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
“Abbiamo lavorato – ha spiegato il presidente del Consiglio – a disegnare la manovra in modo da accelerare la discesa del rapporto debito/Pil in modo consistente nell’arco del triennio”.
Una novità ribadita anche dal ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio: “Confermiamo il 2,4%” nel rapporto deficit/Pil e si punta a una diminuzione del debito negli anni successivi grazie alla crescita che ci sarà e ai tagli agli sprechi prodotti dal lavoro del nostro team ’mani di forbici’”, ha spiegato il vicepremier, rimandando ad oggi la diffusione di ulteriori dettagli.
La discesa graduale del debito potrebbe così rassicurare i mercati e i partner europei, concordi nel far rispettare gli accordi comunitari. Nell’Eurozona “abbiamo delle regole: abbiamo l’Ue, l’Eurogruppo e regole comuni. Quello che mi aspetto è che il ministro Giovanni Tria, dopo i bilaterali che abbiamo avuto con lui, sia pronto a rafforzare le discussioni anche a livello italiano”, ha dichiarato il ministro delle Finanze austriaco Hartwig Loeger, che ha la presidenza di turno dell’Ecofin, facendo eco a molti portavoce europei che negli ultimi giorni hanno invitato l’Italia ad un ripensamento sulla manovra.
A partire da Juncker, protagonista dell’ennesimo scontro con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha paragonato l’Italia alla Grecia. “Se l’Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell’euro. Bisogna essere molto rigidi”, ha sostenuto il presidente della Commissione Ue, lamentando il mancato rispetto degli “obiettivi di bilancio che abbiamo approvato insieme a livello europeo”. Parole a cui ha replicato il vicepremier Salvini. “Nessuno si beve le minacce di Juncker”, ha detto il ministro dell’Interno. Per poi rincarare la dose: “Io parlo con persone sobrie, che non fanno paragoni che non stanno né in cielo, né in terra…”