Mentre commenta il disastro calcistico che ha riportato la Nazionale alla clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali del 1958, ’formalmente’ è ancora il ct in carica: “Ci sarebbero tante cose da dire, ma per ieri sera conta il risultato. Chiedo scusa agli italiani. L’eliminazione è un risultato pesantissimo”, esordisce Gian Piero Ventura all’indomani dello striminzito 0-0 di Milano, che di fatto smentisce le rosee speranze della Figc che si era dichiarata favorevole a un rapporto ’garantito’ almeno fino al 2020. “Parlerò con il presidente federale. Parlerò e ascolterò. E qualsiasi decisione sarà presa, sarà accettata. La responsabilità è dell’allenatore. Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo gruppo azzurro – aggiunge poi il mister, parlando già al passato – Sono orgoglioso di aver lavorato con grandi campioni e con giovani a cui auguro di diventare tali. Difficile dimenticare la straordinaria cornice di San Siro e, parallelamente, la delusione di tanti tifosi. Chiedo scusa agli italiani per il risultato. Ma non per l’impegno: quello non è mancato”. Dal canto suo, commentando il clamoroso flop degli azzurri (ed in parte anche suo), il presidente Carlo Tavecchio ha affermato: “Siamo profondamente amareggiati e delusi per la mancata qualificazione al Mondiale. E’ un insuccesso sportivo che necessita una soluzione condivisa e per questo – ha annunciato – ho convocato domani una riunione con tutte le componenti federali per fare unanalisi approfondita e decidere le scelte future”. Ma ormai gli italiani che, come è risaputo, hanno il calcio nel sangue, hanno già preso ’la loro decisione’: via sia Ventura che Tavecchio. Del resto, come dimenticare, dopo qualche ’partitella’ vittoriosa (ma sempre senza gioco), l’entusiasmo del presidente della Figc, pronto a rinnovare il contratto a Ventura quando non era ancora stata centrata la qualificazione? “Se fossi in lui mi dimetterei”, afferma invece perentorio Giovann Malagò, presidente del Coni, commentando con i giornalisti a proposito di Tavecchio. “Gli ho chiesto che intenzioni avesse – ha spiegato Malagò raccontando di aver chiamato il presidente della Figc – e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc alle 16. Come sapete, è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei. Oggettivamente in Figc – prosegue il presidente del Coni – non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento. Un uomo di istituzioni deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso secondo quelle che sono le norme. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funzionano la giustizia sportiva o i campionati. Oppure se ci sono gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono. Non succedeva dal 1958 che l’Italia non si qualificava a un Mondiale e va detto pure che allora ci andavano 16 squadre e invece oggi c’erano più possibilità. Ma soprattutto veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati”. Infine, dichiarandosi deluso e amareggiato per quanto (non) accaduto ieri sera a San Siro (“una giornata triste dal punto di vista sportivo”), tuttavia Malagò coglie anche l’occasione per bacchettare i club: “Se negli anni di vacche grasse, con il vento in poppa, qualche presidente avesse avuto attenzione, lungimiranza, se avessi avuto la logica di risparmiare un ingaggio importante, probabilmente oggi avrebbero tutti uno stadio di proprietà. Non si può avere una famiglia – sottolinea – se non hai una casa”. Per quel che riguarda invece il tecnico Ventura, il presidente del Coni tiene a precisare che “le dimissioni? Non credo che questo sia il punto. Se è vero che Ventura ha un contratto che sarebbe stato rinnovato nel momento in cui l’Italia sarebbe andata in Russia, di fatto di cosa stiamo parlando? Presumo ci sia ancora qualche mese, che si dimetta oggi o tra 20 giorni cambia poco. Su Ventura gli elementi sono abbastanza acclarati. Non credo che il problema fosse solo Ventura anche se l’inizio del percorso di Ventura era legato all’arrivo di Marcello Lippi in un ruolo significativo che non è andato a buon fine. Questo ruolo di Ventura, poi divenuto responsabile di tutte le squadre nazionali, è stata una valutazione sbagliata. Purtroppo è stata una scommessa persa. Prandelli e Abete si sono dimessi subito dopo il fallimento in Brasile? Non c’è una regola, ci sono dei casi in cui sono rimasti e si sono assunti ti questa responsabilità e altre che hanno deciso di farlo. Sono scelte”. E tra i tanti che hanno fatto sentire al loro voce in merito alla questione, anche quella autorevole di Walter veltroni il quale, intervenendo di microfoni di ’Radio Anch’io’, su Rai Radio 1, ha dichiarato: “Immagino ci siano conseguenze. Forse è la più grande catastrofe sportiva italiana degli ultimi 60 anni che non può essere scaricata solo sul commissario tecnico. I risultati mancano a livello di nazionale, di club, dell’intero movimento insomma. C’è un problema nel calcio italiano che riguarda la gestione, il movimento. Serve un nuovo presidente, un nuovo allenatore. Dopo Del Piero e Totti c’è un problema di fondo del calcio italiano. Manca autorevolezza”. Come non dargli ragione…
M.