Dopo l’autoproclamazione di Guaidò in Venezuela e la resistenza di Maduro, il mondo politico si spacca. E’ colpo di stato? Da una parte un significativo nugolo di paesi e di leader politici guarda di buon occhio questa sorta di nuova era in Venezuela targata Guaidò: dall’altra c’è una schiera, anche essa corposa, di governi che in più parti del mondo gridano al colpo di stato e sostengono che il leader del Venezuela sia e debba continuare ad essere Maduro.
Ha fatto scalpore l’autoproclamazione di Guaidò in Venezuela e altrettanto ha avuto una immediata presa la reazione di Maduro, che affacciandosi letteralmente verso il popolo ha chiamato i suoi a raccolta ed ha predisposto l’allontanamento della diplomazia statunitense. Infatti, gli Stati Uniti sono stati tra i primi, tramite Donald Trump, a strizzare l’occhio a Guaidò ed approvare la nuova fase del Venezuela. Ma non è stato così in tutto il mondo.
Così, mentree gli Usa ritirano il personale diplomatico “non essenziale” e Guaidò offre l’amnistia a Maduro, mentre i morti iniziano a superare la decina per via degli scontri e in tutto lo stato del Venezuela si respira un’aria di tensione, paura e preoccupazione, arrivano ad aggiungersi le divisioni internazionali tra i vari leader. Cina, Russia e Turchia si schierano con Maduro. E mentre il presidente autoproclamato ha ringraziato con un tweet Salvini per l’appoggio, dall’Ue dicono: “Servono elezioni libere”. Macron si aggrega: “Sosteniamo la democrazia”.
La crisi politica in Venezuela sta allargando il fronte di un vero e proprio scontro diplomatico internazionale: Stati Uniti e Unione Europea sono favorevoli all’assemblea nazionale guidata da Juan Guaidó, nominatosi presidente pro tempore del Paese, mentre grandi paesi si pongono in difesa di Nicolas Maduro. Al quale, Guaidò ha detto di voler concedere un’amnistia così come “a tutti coloro che siano disposti a mettersi dalla parte della Costituzione per recuperare l’ordine istituzionale”.
Gauidò ha anche avuto modo di rispondere a Matteo Salvini. “Apprezziamo il riconoscimento della volontà di tutto il popolo venezuelano, che continuerà a parlare pacificamente per le strade”, ha scritto ritwittando il sostegno al popolo venezuelano e contro “il regime di Nicolas Maduro” arrivato sul social dal vicepremier italiano Matteo Salvini, così come a tutti gli altri tweet di sostegno venuti da leader e ministri di diversi Paesi. Da Mosca però avvertono: “Si rischia una guerra civile.
In effetti in difesa di Maduro si schierano Cina, Russia, Turchia, Siria e Iran, che hanno dichiarato apertamente appoggio al Presidente che l’11 gennaio ha giurato per il suo secondo mandato dopo una elezione non riconosciuta dall’opposizione e ritenuta illegittima da una parte della comunità internazionale.