Una situazione drammatica che va peggiorando di ora in ora. I disordini legati allinarrestabile crisi politico/economica del Venezuela sono ormai uninquietante consuetudine che continua a ripetersi davanti allindifferenza della platea mondiale. In particolare, con 30 morti in poche settimane (dato confermato dal procuratore generale, Luisa Ortega), oltre allo stato dindigenza in cui versano milioni di persone, è la friabilità della sicurezza sociale a sottolineare le proteste nei confronti del regime guidato da Nicòlas Maduro. “Da quando è iniziato questo assalto al potere ci sono stati 29 connazionali uccisi. Il popolo chiede giustizia”, ha dichiarato il capo del governo di Caracas che ha imputato allopposizione la responsabilità delle vittime delle proteste – richiamandosi ai fasti della rivoluzione bolivariana (ma quella era tuttaltra storia), e dicendosi addirittura pronto a fare tutto quello che deve, anche dare la vita, per assicurare indipendenza e un futuro giusto al suo Paese. Ma sul fronte diplomatico in realtà le cose vanno ancora peggio. E dopo aver appreso che a giorni, per discutere la situazione venezuelana, si riunirà lOsa (l’Organizzazione di 16 Stati americani), il ministro degli Esteri di Caracas ha minacciato il ritiro dall’organizzazione. Dal canto loro, quelli che Maduro definisce gli oppositori, smentendo la presunta facilità alla violenza, come invece lesecutivo denuncia, si sono appellati a Papa Francesco affinché intervenga nella questione. Mentre scriviamo, ad ore è prevista una nuova manifestazione nelle strade di Caracas, speriamo bene