“Venezia è in ginocchio. La Basilica di San Marco ha subito gravi danni come l’intera città e le isole. Siamo qui con il Patriarca Moraglia per portare il nostro sostegno ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti per superare queste giornate che ci stanno mettendo a dura prova”, è a dir poco disperato il sindaco Luigi Brugnaro, per quanto sta accadendo nelle ultime ore nelle città turistica più amata al mondo. Già ieri sera, prima che l’acqua toccasse addirittura un metro ed 87 cm d’altezza, attraverso Twitter il primo cittadino aveva lanciato il suo allarme: “La situazione è drammatica, sarà una lunga notte”. Quindi tornando a stamane, dove nel frattempo si contati tra l’altro due morti, Brugnaro ha aggiunto “Anche oggi affrontando maree che segnano record negativi. Dichiareremo lo stato di calamità. Chiediamo al #Governo di aiutarci, i costi saranno alti. Questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Mose va terminato presto. Scuole chiuse a Venezia e isole. L’acqua alta inizia a scendere. La paura di qualche ora fa ora lascia spazio alla conta dei primi danni. Una marea a 187 cm è una ferita che lascia segni indelebili. Adesso il governo deve ascoltare””.
In tutto il veneto gli interventi dei vigili del fuoco sono stati oltre 170, a causa degli effetti derivanti, così come molte abitazioni, dalle centraline elettriche ‘allagate’. A tenere impegnati molti pompieri per tutta la notte poi, un disastro rogo che ha interessato lo storico museo Ca’ Pesaro, rimasto seriamente danneggiato, anche per il crollo di un solaio. Solamente nella sola città di venezia gli interventi sono stati 100, coadiuvati anche dal gruppo sommozzatori, chiamati a riportare ordine tra le numerose barche e natanti in balia delle correnti, dopo la rottura degli ormeggi. A sorvegliare dall’alto la situazione anche l’elicottero dei vigili del fuoco Drago 71, impegnato a scorgere sull’isola di Pellestrina le aree sicure dove piazzare le pompe di aspirazione. A seguire e coordinare gli interventi, oltre a Fabio Dattilo – capo del corpo nazionale dei vigili del fuoco – anche Guido Parisi, capo dell’emergenza, e Angelo Borelli, capo della protezione civile Angelo Borrelli.
In effetti la marea si è palesata come non accadeva addirittura dal 1966 (quando toccò 1.90), con calli, piazze, esercizi pubblici e locali allagati.
Fortunatamente, sebbene si aspettasse l’ondata di pieno intorno alle 11, da prima l’acqua ha iniziato a defluire velocemente. E mentre, come racconteremo, nell’area della città lagunare le chiamate di aiuto hanno ‘intasato’ i centralini dei vigili del fuoco e dei vari distaccamenti territoriali della Protezione Civile, resta l’amarezza per le persone morte, entrambe rimaste folgorate.
Ovviamente, con l’acqua alta, ed un vento che ha raggiunto i 100km orari, anche la Guardia Costiera veneziana ha avuto il suo bel da fare. In particolare, è stato reso noto, sono state dispiegate le motovedette CP 2095 e CP 833 (per prestare il primo soccorso, e trasportare gli infortunati, due motoscafi (per garantire un intervento immediato laddove veniva segnalato un punto critico) e, infine, due gommoni messi a disposizione della Nave Dattilo della Guardia Costiera. Sebbene la navigazione sia stata riaperta, per via della presenza di diversi ostacoli in gran parte sommersi, è stato comunque emanato un “avviso di pericolosità”.
Max