Come è giusto che sia oggi a Venezia, concorso a parte, è stato il giorno di Julie Andrews la quale, già premiata con l’Oscar, al Lido ha ricevuto anche il meritato Leone d’Oro alla Carriera (consegnatole dal regista Luca Guadagnino), per pellicole cult come ‘Mary Poppins’, o ‘Tutti insieme appassionatamente’, che hanno indelebilmente segnato la storia del cinema mondiale.
A testimonianza di un indomabile spirito, nonostante i suoi 83 anni, l’applauditissima attrice (che imbarazzata dall’infinita standing ovation ha urlato commossa: “Grazie, grazie, è abbastanza”), ritirando il Leone d’Oro l’attrice ha improvvisato un’aria da ‘La Traviata’, raccontando che in gioventù amava cantare le canzoni italiane pur non capendo le parole e dunque, ha scherzato, “per questo è meglio che oggi parli in inglese”. Quindi, non senza emozione, con il premio tra le braccia, ha tenuto a sottolineare l’importanza di un riconoscimento “arrivato dal più importante festival del cinema”. Dopo la consegna, sempre all’interno della Sala Grande, è poi seguita in suo omaggo la proiezione dell’altrettanto indimenticabile ‘Victor Victoria‘, di Black Edwards.
La presenza degli artisti ‘stranieri’ tra gli altri, è invece rappresentata dal film d’animazione ‘made in Hong Kong’ di Yonfan, ‘No. 7 Cherry Lane‘ (in concorso). “Questo film parla di me, e del grande amore che provo per Hong Kong – ha tenuto a sottolineare il regista – È la storia di un amore disperato, farcito di ingredienti contraddittori: il tutto mescolato a migliaia di immagini realizzate a mano che costellano l’intera pellicola. Io me ne andai da Taiwan nel ’64, perché lì c’era la legge marziale. Appena arrivato ad Hong Kong ho annusato il profumo della libertà. Tre anni dopo, nel ’67, anno in cui è ambientato il film, scoppiò questo moto di turbolenza, e rimasi coinvolto nei movimenti di quel periodo. È stato il grande momento della rivoluzione, ma dopo sei mesi questa forza è scomparsa, io avevo 20 anni. E sotto il sistema britannico di istruzione non sapevo cosa fossero i diritti umani, la democrazia”, racconta il regista, che spiega: “Ho cercato di catturare lo spirito di quei giorni, portando in superficie il differente pensiero tra le due generazioni rappresentate dai personaggi della madre e della figlia. L’arte ha più volti, nella musica ci sono molti aspetti, così come nella scrittura e via dicendo – spiega ancora Yonfan, due anni fa all’interno della Giuria del Festival – Sono stato molto audace, ho inserito tanti elementi contradditori, dalla musica classica alla street music, fino all’opera cinese. Mentre dal punto di vista visivo ci sono i quadri degli impressionisti francesi, la pop art, poi la scuola cinese, abbiamo insomma di mescolare più ingredienti, proprio come avviene nella nostra cucina, per creare un unico piatto dal sapore unico. Sono consapevole che questo non è un lavoro d’animazione come viene concepito abitualmente, questo è un film nel vero senso della parola, con immagini in movimento. Ero consapevole del grande rischio, del fatto che chi va abitualmente a vedere film d’animazione non andrà mai a vedere questo lavoro”
Altra presenza ‘estera’ in questa interessante giornata filmica, è stato il ‘The King’ di David Michod (fuori concorso), che ha portato davanti ai fotografi gli attori Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Lily-Rose Depp, e Ben Mendelsohn, mentre Robert Pattinson è stato invece un assente ‘giustificato’.
Si prospettava invece davvero interessante questa giornata della Mostra del Cinema di Venezia, per la produzione ‘nostrana’. Ecco infatti, ‘Martin Eden‘, dove il regista Pietro Marcello rilegge Jack London, affidandosi alle capacità interpretative di Luca Marinelli. “Ci siamo appoggiati alle grosse spalle di London, un grande autore di massa, di impegno politico, che aveva anticipato l’alienazione dell’industria Usa, il conflitto tra fare cultura e migliorare il mondo, illuminando il valore delle persone, della loro emancipazione”, racconta il regista, che aggiunge “Ho trovato una storia universale, quella di un ragazzo che diventa uomo, si emancipa e si riscatta attraverso la cultura: è la storia di Jack London, di tanti di noi. Ho letto il libro 20 anni fa, donatomi da Maurizio Braucci, e dopo 20 anni ho deciso di sceneggiarlo: non abbiamo la cultura della marineria anglosassone, la nostra è una liberissima trasposizione a Napoli”.
Quanto poi a Luca Marinelli, l’attore confessa di aver pianto dopo aver visto il primo film di Marcello, ‘Bella e perduta’, e di aver pensato ‘fai che mi chiami questo regista’”. Quanto al film Marinelli racconta di “un libro che parlava di e con noi, di prove teatrali, lavoro sul corpo, sulla lingua, il napoletano. Nello specifico Martin – il personaggio che interpreta – è avventuriero, un ragazzo colpito dalla fascinazione cultura, attraverso cui riscattarsi: quando si arrampica sulla montagna che guardava dal basso, trova qualcosa che non immaginava, che lo delude”.
E se nella sezione ‘Sconfini’ Alessandro Rossetto ha presentato ‘Effetto Domino’, grande attesa e tanti applausi a seguire per la proiezione di ‘Mio fratello rincorre i dinosauri‘, il film di Stefano Cipani, evento speciale nell’ambito delle ‘Giornate degli Autori’, con le presenze in sala di Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese e Rossy de Palma.
Max