Un delitto, quello avvenuto nella notte del 4 marzo del 2016 – in via Iginio Giordani, al Collatino che sconvolse il Paese. Il giovane Luca varani, invitato ad un festino a base di sesso, droga e alcol, prima fu stordito dagli psicofarmaci epoi torturato per ore con un coltello ed un martello fino alla morte, avvenuta molte ore dopo, in seguito ad atroci sofferenze. A massacrarlo, due giovani che da tempo erano alla ricerca di emozioni forti, che nella loro testa solo un omicidio avrebbe procurare loro. I due folli carnefici erano Manuel Foffo (reo confesso, e quindi condannato subito a 30 anni con rito abbreviato), e Marco Prato, il cui processo sarebbe iniziato proprio domani. Ma domani Prato non sarà presente in aula: nella notte ha infatti scelto di suicidarsi nella sua cella del carcere di Velletri asfissiandosi con una busta di plastica, dopo essersi stordito con il gas della bomboletta per cucinare. “Non ce la faccio a reggere l’assedio mediatico che ruota attorno a questa vicenda. Io sono innocente”. Così, raccomandandosi affinché fosse presente un medico per il padre quando le sarebbe stata comunicata la notizia, Prato ha messo in pratica il drammatico gesto (in realtà nel corso della sua vita, per 3 volte, per altri motivi, sembra avesse provato a farla finita), che chissà quante volte, nel silenzio della sua cella, ha minuziosamente pensato prima di metterlo in pratica.”Una vita è una vita. Sono scioccataper quanto accaduto”, ha scritto su Fb appresa la notizia, la sua storica fidanzata, Gaia. Lorribile suicidio è stato commentato dal segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece il quale, insieme ar sconvolto la già provata madre di Luca varani che ha reagito alla notizia con un pianto a dirotto.
M.