(Adnkronos) –
”Giletti ha tutta la mia solidarietà. In questa campagna mediatica di arruolamento con la Nato e con Zelensky e dove il popolo Ucraino non c’entra quasi nulla il fatto che Giletti abbia voluto fare la sua trasmissione dalla Piazza Rossa per lo meno ha una valenza provocatoria. Quello che è incredibile è che sia diventato un evento straordinario”. Così il vignettista Vauro Senesi all’Adnkronos, dopo le feroci critiche che hanno investito Massimo Giletti in seguito alla diretta di ‘Non è L’Arena’ da Mosca, dove il giornalista ha intervistato via Skype la portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zakharova.
”Ormai – sottolinea Vauro – chiunque dissona rispetto a questo coro militare non è più solo un dissidente ma un traditore e disertore. Io sono orgogliosamente un disertore e ora tra i disertori c’è anche Giletti. Accusano Giletto di aver dato voce alla propaganda Russa? Gli ultimi che possono criticare la ‘propaganda’ siamo noi. Qualsiasi voce in dissonanza con il sistema propagandistico affermato e filo Zelensky viene ferocemente attaccata. Siamo inseriti in una macchina bellicista di propaganda pur non essendo ufficialmente in guerra”.
E su Alessnadro Sallusti che ha abbandonato lo studio di ‘Non è L’Arena’ durante la diretta da Mosca, Vauro commenta ironico: “Mi fa tenerezza, a me si imputa sempre di non sapere che l’Unione Sovietica è finita e invece confesso che lo so, mentre lui evidentemente no. Sallusti fattene una ragione!”.
Tornando al ‘caso Giletti’, Vauro prosegue: “Perché non hanno fatto la stessa polemica quando Giletti ha fatto la diretta da Odessa? – chiede Vauro – Credo che la scelta di Giletti sia una scelta provocatoria là dove di provocazione ce ne è bisogno. Visto che non siamo in guerra – prosegue – non capisco perché sia stata oscurata tutta la versione russa di questa vicenda, perché sia stato chiuso Sputnik e perché siano state oscurate le televisioni russe che sicuramente fanno propaganda ma visto che abbiamo la capacità di discernimento anche la propaganda del ‘nemico’ può essere utile. Non ho capito perché il monopolio della propaganda è quello di fare da megafono a Zelensky!”.
Poi il vignettista cita il caso della Commissaria Ucraina per i Diritti Umani Lyudmila Denisova ”che è stata invitata a dimettersi dallo stesso Parlamento ucraino perché dava notizie talmente inverosimili sulla cattiveria russa da rischiare di diventare controproducente – spiega Vauro – Lei che poi si è dimessa diceva che sistematicamente i bambini ucraini venivano violentato dai russi e buona parte della stampa italiana ha puntualmente riportato la notizia senza verificare se questo fosse vero o no. Io sono contro tutte le propaganda ma anche contro chi sceglie volutamente un’unica propaganda”, conclude.
(di Alisa Toaff)