Ovviamente, quanto rilevato dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia in merito all’aumento dell’indice Rt, che ha superato l’1, “non è una buona notizia”, e dunque, “L’obiettivo è riportarlo il prima possibile sotto l’uno”.
Così, abbastanza preoccupato, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che rimarca come tale indice sia “un segnale importantissimo, che indica la necessità di adottare al più presto misure di mitigazione sul livello nazionale e regionale”.
Brusaferro, professionista preciso e coscienzioso, a differenza di altri suoi colleghi, difficilmente propenso alle ‘sentenze’, non può però non allarmarsi, visto che ”L’incidenza di Covid-19 sta aumentando a livello nazionale e abbiamo anche i dati proiettati a livello di questa settimana che mostrano un’ulteriore crescita. Andiamo oltre i 200 casi per 100mila abitanti, siamo quindi vicini a quella che viene identificata come la soglia d’allarme”.
Stavolta poi, rispetto alle precedenti ‘ondate’, fa notare il presidente dell’Iss, ”Il tema varianti è un tema che preoccupa. La cosiddetta variante inglese è ormai largamente dominante nello scenario italiano, però preoccupano anche la brasiliana, la sudafricana o altre“. E che piaccia o no, avverte, ”Dovremo convivere con queste varianti. Perciò è molto importante, in caso di insorgenza di casi sostenuti da queste varianti, intervenire in maniera tempestiva e radicale per contenerle. Questo sta avvenendo in molte Regioni, ma è un richiamo a cui tutti dobbiamo essere estremamente sensibili”.
Come più volte ripetuto, spiega ancora l’esperto, ”Sostanzialmente ci siamo dati come soglia, per poter garantire il tracciamento, i 50 casi per 100mila abitanti. In questo caso ci avviciniamo a un’altra soglia che è la soglia d’allarme dei 250 casi per 100mila abitanti, rispetto alla quale bisogna prendere dei provvedimenti di mitigazione“. E infatti, ha argomentato Brusaferro, “cinque regioni, nella valutazione di questo report, hanno superato la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti, altre la raggiungeranno nel corso della settimana corrente. Sei regioni sono a rischio alto, 9 a rischio moderato. I casi crescono in tutte le Regioni, nella provincia di Bolzano e in Umbria c’è una decrescita significativa che però si mantiene ancora a livelli molto alti sopra i 500 casi per 100mila in 15 giorni. Il dato significativo è che queste regioni hanno adottato zone rosse“.
Tuttavia, spiega Brusaferro, ”Continua in maniera significativa la decrescita dei focolai nelle strutture assistenziali e nelle Rsa, che sono state uno dei primi obiettivi nel piano di vaccinazione in Italia, mentre vengono segnalati alcuni focolai presso le strutture ospedaliere”. Ma quest’ultimo, rimarca l’esperto, “può essere dovuto anche all’incidenza di nuove varianti di Sars-CoV-2. Non soltanto quella inglese, che comunque in base all’ultima indagine condotta aveva un 54% di prevalenza al 18 febbraio, e certamente oggi è largamente circolante come maggioritaria nel nostro Paese”. Ciò che stavolta preoccupa maggiormente, è che ”Nella fascia d’età tra 0-19 anni c’è una ricrescita dei casi di Covid-19, che va confermata, ma comunque c’è una ricrescita dei casi in tutte le fasce d’età”.
Max