Home ATTUALITÀ Variante sudafricana, Speranza: “Sono preoccupato, irresponsabile non esserlo”

    Variante sudafricana, Speranza: “Sono preoccupato, irresponsabile non esserlo”

    Di fronte alle notizie sulla nuova variante rilevata in Sudafrica, battezzata Omicron dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), “sarebbe da irresponsabili non essere preoccupati”. A sottolinearlo è il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di ‘Zapping’ su Rai Radio 1. “Penso che siamo in una fase non semplice di gestione di questa pandemia. I numeri soprattutto nel nostro pezzo di mondo, in Europa, sono i numeri di un’ondata in corso piuttosto significativa”. E questa nuova variante “ha numerose mutazioni, oltre 30 della proteina Spike, e va presa con grandissima attenzione anche se non abbiamo elementi di certezza tali da poter arrivare a un esito di analisi, ma è evidente che si è scelta una linea di grande prudenza”.  

    Speranza sottolinea che “i numeri della variante Omicron sono ancora limitati, 100 casi sequenziati nel mondo”. “Noi abbiamo un programma di sequenziamento nel nostro Paese e delle ricerche su queste varianti, che vengono fatte costantemente. La stessa cosa avviene nella maggior parte dei Paesi europei. Ora è evidente che la cercheremo con ancora più insistenza – sottolinea – proveremo ad intensificare ancora il sequenziamento nel nostro come negli altri Paesi euopei. In questo momento c’è un solo caso certificato in Europa, ed è in Belgio, ma è evidente che possano esserci altri casi nei prossimi giorni anche in altri Paesi”.  

    Quanto all’Italia, “in questo momento ha dati un po’ più bassi rispetto agli altri Paesi europei ma dobbiamo assolutamente essere cauti e mantenere i piedi per terra perché anche qui l’Rt è ampiamente superiore a 1, quindi c’è una crescita nel numero dei contagi”. 

    Quindi un messaggio ai genitori. Sul vaccino ai bimbi dai 5 agli 11 anni “la mia opinione è che bisogna affidarsi ai nostri pediatri, sono le persone che conoscono meglio di altri i nostri figli. Il mio invito è di ascoltare i nostri pediatri, non facciamoci un’idea sui social, con tutto il rispetto per i social. Su materie così delicate affidiamoci a persone che nella vita si sono occupate dei nostri figli, dei più piccoli”.