Il rischio di ricovero in ospedale a causa dei sintomi della variante Omicron è del 40% più basso rispetto alla variante Delta. E’ quanto indicano i dati di una ricerca condotta in Gran Bretagna da un team dell’Imperial College, guidato dal professor Neil Ferguson.
I ricercatori hanno analizzato le ospedalizzazioni e i dati vaccinali tra tutti i casi confermati con test molecolari in Inghilterra tra il 1 e il 14 dicembre. Nel rapporto pubblicato oggi, gli scienziati hanno riscontrato che i ricoveri ospedalieri di almeno un giorno sono stati tra il 40% e il 45% inferiori in chi era stato infettato con la variante Omicron, rispetto a chi aveva contratto la variante Delta del virus.
Dati confortanti per quanto riguarda anche la semplice visita in ospedale: chi è contagiato da Omicron ha il 15-20% di rischio in meno – rispetto ad un positivo per Delta – di doversi rivolgere ad un pronto soccorso. Per soggetti non vaccinati e mai contagiati in precedenza, il rischio di ricovero legato a Omicron è più basso dell’11%% rispetto a Delta. In media, la permanenza di un paziente Omicron in ospedale è di 0,22 giorni. Con Delta, si arrivava a 0,32.
I dati, secondo gli autori dello studio, non modificano il quadro relativo ai pericoli di stress per gli ospedali: la contagiosità della variante Omicron è tale da rendere plausibile uno scenario con circa 3.000 ricoveri quotidiani a gennaio in Inghilterra se non venissero adottate ulteriori misure restrittive. “Data l’altra trasmissibilità della variante Omicron – le parole del professor Ferguson – rimane la possibilità, per il servizio sanitario, di affrontare richieste” di cure “in aumento se i contagi continueranno a crescere con il ritmo visto nelle ultime settimane”.