“Adesso si torna a parlare dell’obbligo vaccinale, io dico sì ma spingere sul vaccino non basta. Serve anche qualche provvedimento restrittivo per arginare la circolazione del virus”. Lo dice all’Adnkronos Salute il virologo Francesco Menichetti, già primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa.
“Non vedo – afferma il virologo – delle iniziative tempestive e incisive tese a contenere la diffusione della variante Omicron. La terza dose, che sicuramente rinforza la protezione immunitaria anche nei confronti della Omicron, è comunque uno strumento che ha una latenza. Accanto al vaccino io avrei auspicato e mi sarei aspettato qualche provvedimento non farmacologico restrittivo nei confronti soprattutto della popolazione che è più esposta all’infezione e più probabilmente causa della diffusione dell’infezione, cioè i non vaccinati”. Invece la strategia “che mi pare stia perseguendo il Cts e il Governo è che la Omicron circoli liberamente in previsione di non si sa bene quale obiettivo”.
Ma, avverte Menichetti, “la circolazione virale non genera nessun risultato dal punto di vista sanitario: non genera l’immunità di gregge, non genera immunità protettiva ma mette solo a rischio tutta la popolazione. L’immunità di gregge – afferma l’esperto – è un totem irraggiungibile perché i virus respiratori danno un’immunità modesta e non duratura e la quarta dose di Israele dopo 4 mesi dalla terza la dice lunga e ci insegna che puntare tutto sul vaccino può non essere sufficiente. E’ determinante per proteggere dal Covid grave e letale ma può non essere sufficiente se non è associato a misure di contenimento del virus che in questa fase – ribadisce – andrebbero mirate nei confronti di chi non è vaccinato”.
“Fermare i non vaccinati per 15 giorni – insiste il virologo – può dare una mano come l’ha data in Germania dove grazie al lockdown dei non vaccinati sono riusciti a mettere sotto controllo la diffusione del virus. Noi mettiamo sotto controllo la diffusione del virus con la campagna vaccinale e con alcune restrizioni sennò torniamo a fare questo giochino dell’Italia a colori che si tramuta in un lockdown indiscriminato. E le restrizioni indiscriminate non sono secondo me né giustificate né efficaci”.
Quanto alla scuola, “il rientro in presenza sarà una sfida e un rischio spero calcolato” dice Menichetti.
“Si consideri che la campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni – rileva il medico – al momento è stata un fallimento” e che “il virus oggi circola tantissimo nelle prime decadi fino ai 20 anni. Io sulla scuola sono molto prudente – sottolinea – penso che vada preservata la didattica in presenza ma penso che per farlo avremo molti problemi perché la popolazione è molto poco vaccinata, soprattutto tra i bambini più piccoli”.