Ad analizzare i numeri, nel Paese la campagna vaccinale sempre essersi ‘ottimizzata’ , producendo qualcosa come oltre 500mila dosi al giorno. Ieri ad esempio, è stato toccato l’ennesimo record con un numero complessivo di ben 550mila somministrazioni.
Tuttavia il ministro della Salute stamane ha tenuto a rimarcare che “In Italia e in Europa ci sono elementi significativi di ripresa dei contagi per la variante Delta”. Dunque, ha voluto sottolineare Speranza, “Siamo ancora dentro alla pandemia, guai ad abbassare la guardia”. Quindi non senza soddisfano era citato il caso della Francia che a proposito dell’obbligo della vaccinazione estesa a tutto impersonale sanitario, “ha seguito il nostro approccio. Il decreto è stato approvato in Italia già l’1 aprile. Siamo stati il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo”.
Dunque, ad oggi, ribadisce il ministro, “abbiamo superato i 58 milioni di dosi di vaccino anti-Covid somministrate”. Ma questo avverte ancora i ministro della Salute, “E’ un momento in cui in tutto il mondo, in Europa in particolare e in alcuni Paesi come Spagna, Portogallo e Uk, vi è una circolazione importante della variante Delta di Sars-CoV-2, che si connota per una contagiosità decisamente superiore alla già più contagiosa variante inglese”.
Inoltre, fa notare invece il portavoce del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus (e presidente del Consiglio superiore di sanità), “I dati che abbiamo a disposizione ci raccontano di persone con una sola dose di vaccino che possono sviluppare patologia in qualche caso anche grave. Questo rende ragione della scelta di completare il ciclo vaccinale più velocemente possibile. Va fatto con la stessa determinazione avuta in questi mesi e seguendo il piano sviluppato dal commissario straordinario Figliuolo”.
Ad oggi, riassume Locatelli, “I numeri ci raccontano che questa mattina siamo a 34 milioni di cittadini che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid, e a 24 mln, quindi un 40% abbondante della popolazione, oggi vaccinati secondo le indicazioni. Quello profuso è uno sforzo importante che ha dato priorità a tutte le fasce d’età più esposte al rischio di sviluppare una patologia grave e questo ci ha permesso di ridurre il numero dei decessi e dei ricoveri nelle terapie intensive in maniera importante”.
Riguardo invece alle vaccinazioni dirette alla fascia d’età 12-18 anni, afferma ancora il presidente del Consiglio superiore di sanità, “dico senza esitazioni tutto il bene possibile. I profili di sicurezza del vaccino approvato in questa fascia d’età sono assolutamente rassicuranti. Coprire la fascia 12-18 anni vuol dire innanzitutto assicurare a questi ragazzi che non sviluppino le pur rare sindromi multi-infiammatorie sistemiche e qualche altra rara forma di patologia più grave legata all’infezione da Sars-CoV-2“. E questo, incalza concludendo Locatelli, significa “ridurre la circolazione virale e garantire all’interno delle stesse classi una protezione per i compagni che, in ragione di una qualche condizione di immunodeficienza, non possono beneficiare direttamente dell’effetto protettivo delle vaccinazioni”. Insomma, rimarca, dobbiamo “arrivare a creare le condizioni per garantire la migliore continuità possibile per le scuole”.
Max