Covid in Italia, a fare paura ora sono le varianti. Mentre la curva dei contagi e delle morti continua a scendere nel nostro Paese, ieri 881 nuovi casi con 17 morti, il ministero della Salute ha dato il via libera a una nuova indagine sulla diffusione delle varianti. Ecco il parere degli esperti sui rischi della variante Delta e sulla copertura della vaccinazione.
“La situazione non mi spaventa” dice il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri in un’intervista a Libero a proposito della variante Delta. “Gli inglesi hanno fatto un lavoro eccezionale somministrando rapidamente la prima dose e ciò ha permesso di bloccare in maniera drastica il contagio quando la loro variante stava prendendo il sopravvento. Ora devono accelerare la somministrazione dei richiami. Quanto alla vaccinazione eterologa, è stata approvata e viene effettuata anche in altri Paesi. Sembra che dia una copertura maggiore”. Secondo Sileri è possibile che in caso di terza dose a partire dall’autunno i vaccini dovranno essere aggiornati, “ma non è da escludere che un vaccino si dimostri più efficace degli altri e che il richiamo venga fatto solo con quello. Penso che le case farmaceutiche stiano già lavorando a un vaccino capace di coprire tutte le varianti”.
Si dichiara, invece, “molto preoccupato per la variante indiana” in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ l’immunologo Guido Forni dell’Accademia dei Lincei. La variante Delta, identificata per la prima volta in India, “si sta cercando di controllarla – spiega – Chi è vaccinato con due dosi è piuttosto protetto”, però “mi preoccupano quei circa 2,8 milioni di over 60 che ancora non si sono immunizzati per niente. Se la Delta si diffondesse, il numero di morti potrebbe essere elevato”, ammonisce l’esperto. “Siamo col fiato sospeso”, perché “se prende il largo i casi saliranno – avverte – a meno che non ci facciamo trovare tutti vaccinati”.
Ma il rischio di questa e altre mutazioni si estinguerà, prima o poi? “No – risponde l’immunologo – se la distribuzione dei vaccini nel mondo non sarà stata uniforme. E’ necessario fornire tutti i Paesi attraverso le organizzazioni internazionali, non solo per una questione umanitaria, ma anche perché è fondamentale bloccare il virus ovunque e impedire che si modifichi”.
La vaccinazione mista è sicura? “Sono un immunologo di base – replica l’esperto dei Lincei – Quando in laboratorio si osservava che un vaccino non rispondeva bene, si provava ad alternarlo a un composto differente e allora sì che il sistema immunitario si attivava. La parola eterologa forse spaventa, si pensa a qualcosa di estraneo, mentre indica una pratica ben conosciuta e consolidata. Il sistema immunitario va allenato. Paragoniamolo a un atleta che si prepara più efficacemente se alterna 2 settimane di pilates a 2 di pesistica”.
E se è vero che “in effetti gli studi che” del mix vaccinale “mostrano la validità sono basati su pochi numeri – ammette Forni – tanti lavori però sono in arrivo e confermeranno queste evidenze. Comprendo la paura degli epidemiologi, io però ragiono da immunologo e non ho paura”.
Aumenta la circolazione della variante Delta del Covid in Italia. E’ quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe per la settimana 9-15 giugno 2021. Secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto superiore di sanità il 18 maggio – si legge nel report – la variante Delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all’1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%).
Tuttavia – si evidenzia nel monitoraggio – nell’ultima settimana la variante Delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale Gisaid: rispetto ai sequenziamenti su campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante Delta.