La variante Delta del covid preoccupa l’Italia e, con l’aumentare dei contagi in alcune regioni tra cui la Campania, tra gli esperti si riaccende il dibattito sulla capacità del vaccino di contrastarla e sui possibili rimedi come l’istituzione di nuove zone rosse. Anche se il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, non esclude l’ipotesi che si debba “rimodulare il Green pass dopo la prima dose di vaccino”, molti scienziati restano fiduciosi che i vaccini forniscano una protezione efficace soprattutto contro gli effetti più gravi del covid. “E’ vero che stanno aumentando i casi, ma le ospedalizzazioni e i decessi sono come prima, bassissimi, e questo perché i vaccini funzionano eccome contro la variante”, dice Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive San Martino di Genova.
Anche secondo Sergio Abrignani, immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico, “i vaccini funzionano contro la variante Delta”. “Oltre che gli studi sperimentali lo confermano i dati della Gran Bretagna. Da poche centinaia di nuove infezioni in media al giorno, sono diventati 18mila. Eppure le vittime sono ‘soltanto’ 20, e dico soltanto con grande rispetto per loro. Pochi anche i ricoverati in terapia intensiva, proprio perché gran parte della popolazione è immunizzata”, osserva in un’intervista al Corriere della Sera.
Il virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, ai microfoni di Agorà Estate su Rai3 conferma: “E’ molto probabile che la variante Delta” di Sars-CoV-2 “dia un colpo di coda nel futuro, senza però provocare quei guai” che abbiamo vissuto nelle precedenti ondate di Covid-19 in termini di ricoveri, terapia intensive o decessi. Secondo Pregliasco, dopo la prima dose la protezione è “intorno al 30%”, mentre “con due dosi completate il virus può ‘bucare’ il vaccino rispetto alla possibilità di infezione, e quindi il soggetto può essere contagioso per altri, ma non si hanno forme gravi”. Ma con la circolazione della variante Delta c’è il rischio di nuovi mini lockdown? “Io temo di sì”, risponde Pregliasco. Se necessario “dovremo andare in modo molto flessibile magari a dover fare come in Israele, nei momenti in cui possa esserci una diffusione un po’ più ampia e in territori” specifici, “anche zone rosse. Questa purtroppo è l’esigenza”. Quella con il coronavirus pandemico “sarà una convivenza – precisa l’esperto – ovviamente molto più civile, vista la grande quantità di vaccini” via via somministrati, “però con una progressione. Il punto è non sottovalutare una patologia che nella gran parte dei casi non è grave, ma proprio per questo si diffonde e si diffonde bene”.
A fare il punto della situazione su covid e variante Delta è anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. “La situazione è molto favorevole sul piano epidemiologico. I numeri continuano a scendere, siamo in piena fase discendente dell’epidemia. L’elemento di disturbo in questa fase di quiete è rappresentato dalla variante Delta”, sulla quale “non dobbiamo fare allarmismo, ma definire gli elementi di preoccupazione. E’ una variante più contagiosa e caratterizzata da una minore risposta vaccinale con una sola dose. Tracciamento e sequenziamento devono aumentare”.
“La terza cosa -prosegue Cartabellotta- è un adeguato screening dei viaggiatori alle frontiere e l’accelerazione della copertura con le seconde dosi, soprattutto per gli over 60. La palla adesso passa ai servizi sanitari che purtroppo non sono stati adeguatamente potenziati. Mi dispiace constatare che si torna sempre sulle tesse criticità, cioè l’incapacità, ogni volta che il virus abbassa la testa, di dare risposte adeguate. La prevenzione è un po’ l’anello debole del nostro sistema. Non possiamo utilizzare sempre la teoria dell”io speriamo che me la cavo'”.
Un allarme specifico legato alla campagna vaccinale lo lancia Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma: “Serve ripristinare la fiducia nel vaccino anti-Covid di AstraZeneca, perché di fatto senza questo vaccino faremo fatica a proteggere l’80% della popolazione entro settembre-ottobre come vorrebbe il commissario Figliuolo”, sostiene Ricciardi.
“C’è bisogno – dice all’Adnkronos Salute – di una grande attività comunicativa che faccia capire bene che i vaccini che abbiamo in Italia sono tutti sicuri e protettivi e che vanno gestiti con appropriatezza. La chiave, anche rispetto alla variante Delta, è accelerare la protezione e per questo abbiamo bisogno di tutti i vaccini di cui disponibili”.
Di una cosa, il ministro della Salute Roberto Speranza è certo: “La variante Delta di Sars-CoV-2 sta crescendo in tutta Europa. L’agenzia europea Ecdc ci dice che con tutta probabilità nel giro di qualche settimana sarà prevalente in Europa e quindi anche in Italia. E questo ci deve spingere ad essere ancora più attenti, a continuare il contact tracing, a continuare il tracciamento, a investire sul sequenziamento e a continuare a rispettare quelle regole essenziali che ci hanno consentito di piegare la curva in tante stagioni”.