Come rivela il monitoraggio settimane comunicato dalla cabina di regia, la variante Delta ‘avanza’ e, rispetto allo 0.63 registrato la scorsa settimana, in quest’ultima l’Rt è salito allo 0.66. Di conseguenza, è salita anche l’incidenza, passando da 9 ad 11 casi ogni 100mila abitanti.
Una situazione al momento non preoccupante ma, visti precedenti negli altri paesi, è comunque importante adottare comportamenti consoni.
Anche perché, avverte il direttore del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, “Se uno è vaccinato con una singola dose di vaccino covid può sviluppare una malattia anche grave a causa della variante Delta, sebbene con frequenza minore rispetto a un non vaccinato”. Viceversa, aggiunge poi l’esperto, “Se uno è vaccinato con due dosi, l’effetto della vaccinazione diminuisce del 30% secondo i dati di Israele“.
Crisanti cita dunque il caso della Gran Bretagna, che “continua a contare i casi giornalieri di Covid-19, e la mortalità è aumentata di 10 volte, quindi non è vero che non succede nulla, parliamoci chiaro”. E’ però anche vero che dal 19 luglio in Inghilterra scatterà una sorta di ‘libera tutti’: “La decisione politica di Johnson – ribatte il medico italiano – è molto pericolosa perché far correre questo virus è molto rischioso, si possono creare nuove varianti più resistenti al vaccino. Questo virus è a un passo da quella situazione, perché è un virus a elevata trasmissibilità che è in grado di far ammalare chi ha fatto una sola dose e in piccola parte anche chi ha fatto le due dosi“.
Ma non solo, rimarca ancora il virologo: “la Gran Bretagna sta assumendosi un grande rischio. Il problema è che il rischio lo prendono anche tutti gli altri Paesi. Vedere 60mila spettatori a Wembley dà un’idea rassicurante di normalità, ma si è data un’ulteriore opportunità al virus di diffondersi. Queste sono decisioni politiche“.
Ed ancora. ”Non capisco chi dice che adesso bisogna guardare solo i dati di ricoveri e decessi: è come guardare solo i fotogrammi di inizio e fine di un film anziché guardarlo tutto, significa non avere cognizione di ciò che avviene sui territori e andare alla cieca. Se vogliamo avere la percezione su quello che succede è un conto, se invece dobbiamo cambiare i parametri per tranquillizzare le persone è un altro“.
Quindi, tiene ad avvertire Crisanti, “Noi pensiamo che coi vaccini si risolva tutto, ma non è così. Con un virus che cambia come questo, basare tutto sui vaccini a mio avviso non avrà l’effetto sperato, perché non abbiamo la capacità di aggiornare i vaccini alle varianti alla velocità con cui cambia il virus Sars-CoV-2″.
L’alternativa è riformulare il vaccino ma, spiega Crisanti, “ci vogliono un paio di mesi e mezzo anno per distribuirlo, nel frattempo il virus ha galoppato. Una cosa è vaccinare centinaia di migliaia di persone all’anno per l’influenza, altra cosa è vaccinare ogni anno decine di milioni di persone. Quando l’Inghilterra ha lanciato l’allarme su questa variante, dovevamo impedire che arrivasse in Italia, con i controlli in entrata e in uscita. Ma il problema è europeo, perché se ogni Paese fa come gli pare, e in Italia ogni Regione fa come gli pare, diventa un casino incredibile”.
Infine, fa notare ancora il virologo italiano, “Ci sono Paesi che sono Covid-free pur non avendo vaccinato la popolazione in massa, come la Nuova Zelanda e la Corea del Sud che hanno semplicemente implementato politiche per limitare la trasmissione del virus. A Singapore c’è stato un focolaio in un aeroporto, hanno testato tutte le persone potenzialmente coinvolte nell’attività dell’aeroporto e il focolaio l’hanno bloccato“.
Max