“La variante Delta ce l’abbiamo già in casa e si diffonderà”. Lo dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Riflettori accesi su Inghilterra-Ucraina: il match in programma il 3 luglio a Roma rischia di attirare in Italia tifosi dall’Inghilterra, dove la variante Delta ha provocato un aumento dei contagi. “Far rispettare i giorni di quarantena va fatto e la vendita dei biglietti deve essere limitata agli inglesi che vivono in Italia. Il timore che questi abbiano già deciso di sbarcare in Svizzera per poi venire in Italia in treno, ci fa dire che qualche misura di prevenzione vale la pena di prenderla. Questo semplicemente per non trovarci in una situazione che diventa poi grottesca e di mancanza totale di rispetto di quelle che sono le indicazioni date”, dice Galli.
“Ad essere proprio franco e onesto – sottolinea- la variante Delta ce l’abbiamo già in casa e si diffonderà. Noi – chiarisce – dobbiamo metterci in condizione di farla diffondere il meno possibile e il dato rappresentato da un’ulteriore importazione è un dato che credo legittimi degli interventi prudenziali”.
Si parla di riapertura delle discoteche. “Se il governo e le autorità locali sono in grado di garantire l’apertura e fare in modo che questa avvenga con le dovute precauzioni, facendo applicare le regole come si deve, allora il punto può essere superato” e le discoteche possono riaprire.
“Fare applicare le regole come si deve – sottolinea Galli – vuol dire con un pass vaccinale o ancora meglio con una valutazione del tampone all’ingresso o comunque nell’arco delle ore immediatamente precedenti. Il punto è che i controlli poi ci siano effettivamente perché altrimenti direi che il gioco diventa insostenibile. Mi permetto di dire questa cosa – chiarisce il virologo – perché sennò siamo sempre alle solite, ci si gira attorno e non si risolve”.
“Il fatto che ci sia aperto tutto il resto e le discoteche rimangano chiuse – sottolinea – sposta poco perché poi le persone finiscono per andare a fare i comodi loro altrove. E se la gente non va in discoteca ma balla in casa o partecipa ad aggregazioni più o meno improvvisate in giro, non abbiamo una sostanziale modificazione della portata del problema”.