VALLE, FONDAZIONE: “PROGETTO SIA PARTECIPATO: ORA ‘CANTIERE SCUOLA’”

     
     
    – Il Cantiere Scuola, l’Osservatorio sui lavori nell’edificio, il riconoscimento formale della Fondazione da ottenere forse spostandone la sede legale, il rapporto da costruire con il Teatro di Roma. Sono i diversi temi emersi dalla prima assemblea della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, svoltasi ieri pomeriggio al Nuovo Cinema Palazzo, in zona San Lorenzo. Uno degli spazi autogestiti capitolini che ha accolto gli occupanti dopo l’uscita dal teatro l’11 agosto scorso, punto d’arrivo della trattativa con l’assessorato alla Cultura di Roma Capitale, mediatore il Teatro di Roma attraverso il suo presidente Marino Sinibaldi. Un confronto, sospeso per la pausa agostana con la promessa di ripartire da settembre per lavorare a un ”progetto partecipato”. Nella proposta dell’amministrazione però, spiega la Fondazione sul suo sito, “non si può prescindere da un ciclo ecologico che comprenda formazione e produzione, così come non si può prescindere dal concretizzare il principio di accessibilità. O si riesce ad ottenere la continuità del laboratorio culturale e del prototipo teorico – proseguono – o la proposta non è interessante”. Per la Fondazione “la riduzione e la normalizzazione dell’esperienza complessiva non può essere accettabile”. Non va persa, ricordano, “la forma in cui il Valle ha risignificato l’idea di residenza artistica, in senso letterale”. Un’idea che anima le varie iniziative presentate ieri, in primis il “Cantiere Scuola”, già delineato negli ultimi giorni dell’occupazione, in sinergia con l’Osservatorio dei Garanti, che dovrebbe annoverare tra gli altri il giurista Tomaso Montanari, lo storico dell’arte Salvatore Settis, e l’ex ministro della Cultura Massimo Bray. Al centro del progetto la possibilità di collaborare con la Soprintendenza in caso di lavori di restauro del Valle, offrendo l’apporto di una rete di università (Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre si sarebbero già dette interessate) e il coinvolgimento di professionisti. Due le fasi d’intervento previste: lo studio del manufatto, attraverso la ricerca storica e l’analisi dello stato di fatto, e la proposizione e realizzazione del progetto, con un vero e proprio cantiere di restauro. Il tutto reso “partecipato” da visite pubbliche al cantiere, lezioni aperte e informazioni puntuali sullo stato dei lavori. In attesa di rientrare nel teatro, magari utilizzando il foyer come presidio, la Fondazione ha poi lanciato la “Carovana Valle”, che farà tappa in altri spazi occupati, come ad esempio l’Angelo Mai. Qui, infatti, si è svolta una parte dei preparativi, coinvolgendo artisti, maestranze e operatori, per la prima produzione teatrale della Fondazione, “Il Macello di Giobbe”, scritto e diretto da Fausto Paravidino, che debutterà il 15 ottobre al Teatro Bozar di Bruxelles.