“Se la circolazione del virus restasse a questi livelli e non si riscontrassero problemi particolari nei bambini, la vaccinazione degli Under 12 potrebbe essere evitata”. E’ quanto sostiene in un’intervista a ‘La Stampa’ Guido Rasi, professore ordinario di Microbiologia a Roma Tor Vergata, ex direttore dell’Ema e consulente per la campagna vaccinale del generale Figliuolo, che ritiene “non scontata la copertura dei più piccoli, così come non lo è la terza dose a tutti”.
Secondo l’eperto, nonostante la leggera crescita dei positivi legata ai tanti tamponi per ottenere il Green Pass, “il tasso di positività rimane stabile, anche se l’inverno è lungo ed è presto per cantare vittoria. Un quadro chiaro si avrà a fine novembre, quando dovrebbe arrivare l’autorizzazione dell’Ema per la vaccinazione degli Under 12. A quel punto si capirà se è davvero necessaria, così come la terza dose, cioè se la nostra immunità di comunità sarà sufficiente o meno”. Se tenesse non si vaccinerebbero i bambini? “Negli Stati Uniti si nota una crescita di casi pediatrici, ma in Italia grazie a Green Pass e mascherine potrebbe andare diversamente”.
Rasi è prudente anche sulla necessità di un richiamo generalizzato: “Non è detto, saranno i dati dei prossimi due mesi a dirci quanto la popolazione sotto i 60 anni si reinfetterà. Intanto, giusta la terza dose ad anziani e fragili per prudenza”. Se si arriverà al 90% di vaccinati over 12 entro dicembre “sarebbe un ottimo risultato. La vaccinazione è rallentata, ma procede e migliora la nostra vita”.
Quanto manca allo zoccolo duro di inconvincibili? “Ci siamo vicini, ma esistono ancora alcuni impauriti con cui si può ragionare. La strategia del generale Figliuolo punta sui medici di famiglia, sull’accoppiamento con l’antinfluenzale e su una campagna personalizzata di convincimento”, afferma Rasi.