Depositate le motivazioni dello stop al vaccino italiano anti-Covid Reithera. L’investimento per il progetto ReiThera non può comprendere l’acquisto della proprietà della sede operativa della Società, sita in Castel Romano, mentre la spesa per la realizzazione del solo impianto di infialamento e confezionamento per il progetto di vaccino Reithera ammonterebbe a 7,734 milioni di euro e non raggiungerebbe la soglia minima di 10 milioni di euro prevista dalle normative, afferma la Corte dei Conti spiegando le motivazioni che hanno portato alla ricusazione del visto al decreto del ministero dello Sviluppo economico che approvava approvato l’Accordo di febbraio 2021, che coinvolgeva anche Invitalia e ReiThera, “volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano”.
La Corte ricorda come “tale programma prevedeva un progetto di investimento finalizzato all’ampliamento dello stabilimento produttivo sito in Castel Romano e un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19”. Ma la Sezione competente “ha ritenuto il progetto di investimento proposto inconciliabile con la condizione posta dall’art. 15, comma 1, del DM 9 dicembre 2014, secondo cui le spese sono ammissibili ‘nella misura necessaria alle finalità del progetto oggetto della richiesta di agevolazioni’ e non, come invece risulta dal progetto presentato, per le finalità generali – produttive o di ricerca, anche per conto terzi – perseguite da ReiThera, né per le ancor più generali finalità di rafforzare la consistenza patrimoniale dell’impresa”. Per i magistrati contabili “il progetto di investimento produttivo, infatti, non può riguardare l’intero complesso aziendale ma solo determinate ‘unità produttive’ “.