Vaccino covid, priorità a chi deve fare la seconda dose Johnson & Johnson. Per la somministrazione della terza dose a tutta la popolazione, “ci sarà una priorità per coloro che hanno fatto il vaccino J&J e che dovranno fare la seconda dose. Per quanto riguarda la terza dose al resto della popolazione, ovviamente la priorità sarà legata alla data di somministrazione della seconda dose”. Ad affermarlo Lo ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, su Radio Cusano Campus.
Sileri dice no alla “corsa a controllare gli anticorpi per sapere se serve la terza dose. La scienza già ha identificato chi per primo la deve fare, adesso aspettiamo che si esprima sugli altri. Per quanto riguarda J&J, le indicazioni saranno date a breve in maniera chiara ed esaustiva”.
“Sono già un milione le terze dosi di vaccino anti Covid somministrate. Invito gli over 60 a farla, dopo i 6 mesi dalla seconda. Gli italiani vogliono uscire da questa brutta esperienza che abbiamo vissuto, quindi non credo che ci saranno resistenze nella popolazione a fare la terza dose, che ci dà la possibilità di proteggerci ancora di più dal virus. Poi se ogni anno o ogni due anni dovremo fare un richiamo ce lo dirà la scienza”, ha detto ancora Sileri. “Questo virus ormai è entrato di diritto nei libri di medicina purtroppo, esiste, magari diventerà più debole, meno aggressivo, questo non lo sappiamo, però abbiamo un’arma per difenderci che è il vaccino”, ha aggiunto.
“Le cose finora sono andate molto molto bene e dobbiamo ringraziare il Green pass. La scuola è stata un ottimo banco di prova e siamo stati salvati dal certificato verde, perché anche se un bambino prende il virus e a casa ha genitori non vaccinati, questi genitori per lavorare devono effettuare il tampone e questo gli permette di scoprire di essere positivi facendo emergere subito quel sommerso che altrimenti avremmo scoperto più tardi. Abbiamo pochi positivi in un mare di tanti vaccinati, la situazione solo così può essere controllata bene”, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute concludendo: “La scuola si divide in due fasce d’età sopra i 12 e sotto i 12, questi ultimi non possono vaccinarsi. Se un bambino che non può vaccinarsi prende il virus, a scuola trova tutti i docenti vaccinati, a casa verosimilmente i suoi parenti sono tutti vaccinati e non si verificano casi gravi, ecco l’importanza della vaccinazione”.